Forse neanche loro immaginavano che, dopo essere stati tratti in salvo dai volontari di Medici senza frontiere a bordo della Geo Barents, il loro viaggio sarebbe stato ancora lungo. Quattro giorni di navigazione in più per arrivare fino alla lontana Spezia, come disposto dal Viminale che assegna porti sempre più distanti alle navi delle ong. Poi due giorni fermi nella città ligure che potevano segnare la fine del viaggio. E invece no. Dei 74 minori non accompagnati che si trovavano a bordo, 27 sono stati trasferiti in provincia di Foggia, 750 chilometri più a sud ripercorrendo di fatto su strada parte del tragitto già percorso via mare. In Puglia i 27 ragazzi sono arrivati alle cinque del mattino del 30 gennaio e sono stati alloggiati in un Centro di accoglienza straordinaria (Cas) gestito dalla prefettura a San Giovanni Rotondo e destinato proprio all’accoglienza dei minori non accompagnati. Gli altri 47 minori sono invece stati divisi tra Alessandria e Livorno. Gli adulti sono stati invece distribuiti tra Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e un piccolo numero accolto a Genova.

Le vicissitudini della Geo Barents sembrano destinate a durare ancora a lungo. Un po’ a sorpresa martedì ha preso il largo per una nuova missione di salvataggio in acque internazionali dove, secondo le previsioni, arriverà domani pomeriggio. Contravvenendo a quanto previsto dal decreto ong, nell’ultima missione la nave ha effettuato tre salvataggi e per questo nei giorni scorsi il comandante e il capomissione sono stati ascoltati a lungo dalla polizia incaricata dal prefetto della Spezia. Dal Viminale fanno sapere che ci sono 90 giorni di tempo per valutare la situazione e decidere su eventuali sanzioni, giorni durante i quali la nave continuerà il suo lavoro.

Intanto oggi arriva nell’aula della Camera il decreto ong per il voto finale prima del passaggio al Senato. Rispetto a quello varato dal consiglio dei ministri, il testo uscito dalle commissione Affari costituzionali e Trasporti è molto diverso e prevede norme più stringenti per le ong Tra e novità l’obbligo per il comandante della nave di collaborare, oltre che con «la competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare», anche con «la struttura nazionale preposta al coordinamento delle attività dio polizia di frontiera e di contrasto all’immigrazione clandestina». Viene inoltre previsto che le sanzioni scattino in caso non vengano rispettate una qualsiasi delle disposizioni previste dal decreto (nella prima versione solo in caso di mancata osservanza comunicazione di una serie di informazioni alle autorità. Per quanto riguarda il prefetto che dovrà che dovrà emettere la sanzione sarà quello competente «per il luogo di accertamento della violazione», quindi non necessariamente della città nel cui porto è approdata la nave.

In vista del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio di immigrazione si parla anche a Bruxelles. In un documento non ufficiale fatto circolare ieri, l’Italia chiede di nuovo di pensare a un meccanismo obbligatorio di ricollocazione dei migranti tra gli Stati membri, linee guida per le navi delle ong e corridoi umanitari coordinati e finanziati dalla Commissione Ue. Da parte sua la presidente Ursula von der Leyen ha anticipato che presenterà ai capi di Stato e di governo un programma di lavoro che prevede azioni legislative , come l’approvazione del Patto su immigrazione asilo entro la primavera del 2024, affiancate da azioni operative.