«Missioni europee? Chiedetelo all’Europa, che sta dormendo da anni sul tema migrazioni. Basta che le missioni coinvolgano tutti i porti europei e l’Italia non sia il punto di unico e ultimo approdo»: è il commento di ieri del ministro dell’Interno Matteo Salvini, deciso a battere sulla propaganda anti migranti. Da un lato cavalca la paura dell’invasione dall’Africa, dall’altra diffonde numeri che smentiscono la sua stessa teoria: 3.079 le persone sbarcate sulle cose italiane dall’inizio dell’anno, quasi l’82% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018 (16.935 persone).

Anche Malta aderisce alla linea dura dei porti chiusi ma il premier Joseph Muscat sa quando sedersi al tavolo della concertazione. Così, prima si è reso disponibile con l’Italia a far sbarcare i 54 naufraghi dell’Alex, raccolti da Mediterranea, in cambio dell’invio in Italia di 55 migranti arrivati sul suo territorio. Poi l’accordo è saltato perché Salvini pretendeva che l’Alex arrivasse a La Valletta con il carico di migranti (aspettandosi evidentemente il sequestro del veliero e il processo per il comandante). Allora Muscat ne ha stretto un altro con la Germania e l’Ue, più vantaggioso del primo.

Domenica a La Valletta sono scesi a terra i 65 naufraghi salvati dall’Ong tedesca Sea Eye, saranno ricollocati tra i paesi europei. La nave dei volontari, Alan Kurdi, non è stata costretta ad arrivare fino in porto (come pretendeva Salvini per l’Alex, accusando gli italiani di volere l’impunità per sfuggire ai controlli): i tedeschi hanno effettuato il trasbordo sulle motovedette maltesi ai limiti delle acque territoriali, proprio come chiedeva Mediterranea. In più, Muscat ha ottenuto anche di redistribuire in altri stati europei la metà dei 58 naufraghi salvati dalla marina maltese domenica nella sua zona Sar.

Il pugno duro di Salvini, invece, ha prodotto l’inverso: la permanenza dei migranti nell’hotspot di Lampedusa. In serata l’Ue ha fatto l’ennesimo gesto distensivo: Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo e la stessa Malta si sono resi disponibili ad accogliere i 106 naufraghi dell’Alex e dell’Alan Kurdi. Quest’ultima è tornata subito in missione nella zona Sar libica. Ieri pomeriggio si è diretta verso un gommone in difficoltà con circa 50 persone a bordo. La portavoce della Commissione europea per le Migrazioni ieri ha sottolineato: «L’Ue esorta gli stati a concordare meccanismi temporanei per i ricollocamenti».