«Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo» l’ammissione fatta sabato scorso da Meloni sul tema immigrazione, un tasto sul quale batte il vicepremier Salvini in vista delle europee. Ieri il preconsiglio dei ministri ha messo a punto una nuova stretta in vista del Cdm di oggi, che licenzierà l’ennesimo decreto migranti. Il centrodestra è in preda a una frenesia: FdI prova a stoppare gli attacchi della Lega tagliando garanzie e diritti.

NEL MIRINO I MINORENNI. Nel testo è prevista l’espulsione per chi mente su quanti anni ha e, in generale, sulla propria identità: l’accertamento dell’età è effettuato dalle equipe multidisciplinari ma, e qui arriva la compressione delle garanzie, «in caso di arrivi consistenti e di rintraccio sul territorio nazionale, a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera, l’autorità di pubblica sicurezza può disporre rilievi antropometrici o altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all’individuazione dell’età». Cioè esami meno accurati e più rapidi con la possibilità di fare ricorso in soli 5 giorni. E ancora: nel caso in cui lo straniero non si presenta all’ufficio di polizia per la verifica dell’identità e la formalizzazione della domanda di protezione, «la manifestazione di volontà espressa in precedenza non costituisce domanda e il procedimento non è instaurato». In caso di allontanamento ingiustificato del richiedente protezione internazionale si potrà incorrere nella sospensione della domanda, la riapertura dell’iter si potrà chiedere entro 9 e non più 12 mesi. Le donne migranti sono invece state inserite tra i vulnerabili.

ALTRO TASTO A RISCHIO: con le strutture ricettive per minorenni al completo (attualmente sono 21mila le presenze), il prefetto può disporre l’accoglienza del minore di età non inferiore a 16 anni in una sezione dedicata, nei centri ordinari, «per un periodo non superiore a 90 giorni». La convivenza con gli adulti è stata spesso stigmatizzata dalle organizzazioni del Terzo settore perché, ad esempio, espone al rischio di tratta. Il governo però tira dritto. Ne sposta una fascia nei centri ordinari e poi ne aumenta l’agibilità: si potrà «derogare ai parametri di capienza previsti per i centri e le strutture di accoglienza nella misura non superiore al doppio dei posti previsti». La disposizione interviene anche sulle strutture ricettive temporanee dedicate ai minori non accompagnati ultra 14enni: «Nei casi di estrema urgenza la realizzazione o l’ampliamento saranno consentiti in deroga al limite di capienza stabilito nella misura massima del 50%».

TEMA ORDINE PUBBLICO. Nei confronti di titolari di permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, è prevista l’espulsione per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza da parte del ministro dell’Interno. Qualora ricorrano «gravi motivi di pubblica sicurezza» l’espulsione potrà essere disposta dal prefetto. La misura si applica agli stranieri «regolarmente soggiornanti sul territorio da almeno cinque anni, inseriti nel contesto lavorativo e sociale». Il questore può inoltre dire no al reingresso dell’espulso che ha presentato ricorso se ritiene che possa procurare «gravi turbative o grave pericolo all’ordine pubblico o alla sicurezza». Uno degli articoli punta a evitare le domande di asilo reiterate: sarà il questore, e non la Commissione territoriale asilo, a decidere.

L’APPARATO che sta allestendo il governo ha un peso notevole sui conti pubblici. Invece di investire in accoglienza e formazione, si spende in Cpr e repressione. Per rafforzare i dispositivi di sicurezza nelle stazioni ferroviarie, il personale delle Forze armate di Strade sicure è incrementato fino al 31 dicembre di 400 unità, spesa complessiva 2,8 milioni. Nel caso di arrivi consistenti il Viminale potrà impiegare negli hotspot la Guardia costiera: dal 2024 al 2026 è autorizzato il reclutamento, per ciascun anno, di 100 volontari. Per le spese e gli oneri accessori del personale delle Capitanerie di porto, «le risorse sono incrementate di 6.772.000 euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

PER POTENZIARE i controlli sulle domande di visto potranno essere destinate nelle rappresentanze diplomatiche e consolari fino a 20 unità tra ispettori e sovrintendenti di Polizia: necessari 125mila euro per il 2023 e 3,7 milioni annui a decorrere dal 2024. Le spese continuano: per le esigenze connesse ai compiti di Polizia e per potenziare i Vigili del fuoco è autorizzata la spesa di 3,7 milioni per il 2023 e di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030. E ancora: «Al fine di garantire le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, anche alla luce dell’eccezionale afflusso migratorio, per il lavoro straordinario del personale delle Forze di polizia è istituito un fondo in cui confluiscono gli eventuali risparmi di spesa». Infine, i centri saranno esentati dal pagare la tassa rifiuti: «Agli oneri connessi, pari a 500mila euro per il 2023 e a 2 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025» si provvederà con i Fondi di riserva e speciali.

L’ANCI aveva presentato un documento al ministro Piantedosi in cui si chiedeva altro: attivare i centri governativi di prima accoglienza per minori non accompagnati, stabilizzare i Sai anche per gli adulti, riattivare la clausola di salvaguardia e dare incentivi ai Comuni che decidono di accogliere.