«Tenete gli occhi sempre aperti, come i porti» era l’esortazione di Alessandro Bergonzoni al discorso di fine anno, e Ancona l’ha recepito. 37 provatissimi migranti della Ocean Viking hanno viaggiato quattro giorni. L’ultima tratta di viaggio fino ad Ancona è tra onde di sei metri. Oltre al prefetto della città, Darco Pellos, e all’assessore regionale alla protezione civile, Stefano Aguzzi, ad accoglierli c’è il sindaco Valeria Mancinelli che riesce a non nominare mai il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, gestendo al meglio la scelta di far rimbalzare le navi delle ONG in porti di città amministrate dal centro-sinistra. «La nostra comunità farà la sua parte perché nessuno sia lasciato in mare», ha dichiarato. «Non è il singolo caso di Ancona il problema, semmai l’intero sistema di accoglienza a presentare criticità che c’erano anche prima e che questo governo non ha risolto. Il tema è serio e complicato e va affrontato nelle sedi istituzionali, evitando strumentalizzazioni – da parte di tutti – per propaganda politica a buon mercato».

Dodici i minori a bordo che ricevono le cure previste da protocollo, a partire dai tamponi Covid. La notte è fredda. La Geo Barents è in viaggio con altre 73 persone, tra cui 16 minori non accompagnati. Entrambe le navi sono state rallentate dai 40 nodi di vento che, dalla banchina affollata dalle telecamere, non si percepiscono. L’atmosfera è quasi immobile e le istituzioni la descrivono come serena, parlando con la voce bassa, forse solo stremata.

Il porto dorico si apre per la prima volta agli sbarchi di questo tipo mentre la città accoglie già oltre 400 migranti giunti nel capoluogo marchigiano da altri scali attraverso analoghe traversie.

Raggiungiamo Alessandro Porro di SOS Mediterranee a bordo della Geo Barents. Spiega che non possono scendere oggi: manca la free practice, un documento necessario allo sbarco. Se ne parla domattina. «Siamo tutti distrutti è stata una giornata assurda» racconta. «Siamo abituati a passare attraverso tempeste politiche, ma oggi per noi l’unica tempesta è quella affrontata in mare». Non ci sono urgenze sanitarie ma a bordo ci sono almeno 15 persone con referti medici “critici”, soprattutto a causa delle ustioni da carburante. I minori sono tutti adolescenti, «se la stanno cavando». Porro non commenta le parole del ministro Piantedosi («Non possiamo consentire a navi private che peraltro battono bandiere di Paesi esteri di sostituirsi allo Stato italiano»): «Quando sono uscite le agenzie – chiosa Porro – avevo a che fare col vomito, e anche questa è una risposta».