Michel attacca von der Leyen, e chiama Meloni
Verso le europee Veleni ai vertici
Verso le europee Veleni ai vertici
Sicuri che all’Europa manchi la sua House of Cards? Di certo, per citare Sorrentino, c’è chi le feste preferisce farle fallire. Il Jep Gambardella Ue si chiama Charles Michel. Belga, liberale, presidente del Consiglio europeo, ha già fatto passi falsi memorabili.
A gennaio dice di volersi candidare alle Europee, ma viene stoppato: dimettersi prima dall’incarico che scade a ottobre, avrebbe aperto alla supplenza di Orbán.
Nel 2021 è protagonista di un incidente a danno di Ursula von der Leyen: ricevuto ad Ankara da Erdogan, il belga siede vicino al presidente turco, lasciando la presidente della Commissione relegata su un divano a distanza.
Il Sofagate fu rivelatore della rivalità mai sopita. Ora che il secondo mandato di von der Leyen traballa, Michel sta spingendo sul pedale della “vendetta personale”, come rivelato alla testata Politico.eu da funzionari di palazzo. Alle critiche, stavolta di Michel, sulla poca imparzialità della Commissione, replica il portavoce di von der Leyen: «Noi agiamo per l’interesse generale, le altre istituzioni Ue facciano lo stesso».
Intanto, il presidente del Consiglio Ue che più tutti ha insistito per l’Europa armata ieri ha avuto una telefonata con Giorgia Meloni. Focus sull’agenda strategica per il prossimo quinquennio, in cui l’Italia, chiarisce Palazzo Chigi, «dovrà affrontare i temi di sicurezza e difesa, confermare il nuovo approccio europeo alla gestione del fenomeno migratorio». Perché nei due vertici tra i leader, quelli di metà e fine giugno, il padrone di casa è lui. Alla festa, von der Leyen non sa neppure se verrà invitata.
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