La sindemia alimenta e conduce ad un nuovo assetto politico del mondo. Basterebbe aver presente un grande classico come Armi Acciaio Malattie. La crisi del Washington Consensus è testimoniata dal recente accordo di libero scambio, patrocinato dalla Cina, dell’Asean, la più grande area commerciale, superiore alla stessa area europea.

Due discorsi strategici dominano la scena: il discorso di XI alla Assemblea del popolo sulla Doppia Circolazione e il discorso di Macron a le Grand Continent sulla autonomia strategica dell’Europa.

Entrambi hanno il fondamento comune dell’autosufficienza; della Cina, centrata sul suo enorme mercato interno, e l’autosufficienza strategica dell’Europa, centrata sul controllo del mercato interno unico.

Il multilateralismo della terza fase della globalizzazione, spinto dalla sindemia, sta assumendo sempre più il volto della costituzione di grandi blocchi continentali, i cui contorni sono e saranno sempre più innestati su profonde differenze storico-culturali.

Benvenuto Biden, dice in sostanza Macron, ma noi europei dobbiamo tornare ad un antico concetto: alla distinzione cioè tra l’Occidente (l’Europa) e l’Estremo Occidente (l’America).

La novità politica alla base della proposta di Macron, risiede nella svolta di Merkel e nel lancio del Recovery Fund. Cioè nel ruolo che la Germania si assume nella costruzione concreta dell’Europa Sovrana.

Lo spazio politico nuovo che Macron individua come occasione per il balzo in avanti della sovranità europea, è quello sviluppato negli ultimi anni, collocato tra i due assi cartesiani della perdita di ruolo degli Stati Uniti da un parte, e della crescita di ruolo della potenza cinese dall’altra.

Sinteticamente, tra il ruolo calante degli Stati Uniti (crisi del 2007, innesco della Sindemia ecc), il ruolo crescente della Cina e lo spostamento del baricentro del mondo nel continente asiatico.

Gli ostacoli sulla via della piena sovranità dell’Europa sono ardui, e solo la forza di pressione scatenata dalla Sindemia, spinge la situazione in avanti: da qui l’importanza del discorso di Macron e il nuovo spazio che delinea anche per una forza di sinistra, non infeudata ad un anacronistico atlantismo.

La sovrastruttura politico-istituzionale dell’Europa è costituita in definitiva da tre fattori, tre elementi portanti: Parlamento e suo ruolo; Consiglio e suo ruolo; la Nato con il peso dominante degli Usa nell’alleanza.

Il voto alla unanimità nel Consiglio, conseguente anche all’errore strategico dell’allargamento all’Est, paralizza, lega le mani ad ogni grande iniziativa politica, e rende conseguentemente il ruolo del Parlamento scarsamente incisivo; la presenza della Nato, pur se con l’encefalogramma piatto, come dice Macron, rappresenta ovviamente l’altro principale ostacolo sul cammino della sovranità europea.

Sul piano economico, poche imprese europee hanno la dimensione necessaria.

Da qui la spinta dei due ministri, Altmaier e LeMaire alla “collaborazione economica con ambizione politica”.  Tale spinta va colta in tutto il suo significato strategico e merita ogni attenzione.

Si tratta nella sostanza della strategia dei campioni europei, della strategia Airbus. E il progetto sulle batterie, dopo Airbus, è pensato in funzione della autonomia strategica. Sul piano sociale, l’introduzione del salario minimo europeo, agisce come vincolo continentale delle politiche del lavoro.

Quello che colpisce è la quasi totale assenza di un protagonismo dell’Italia. Il Recovery fund o Next Generation viene declassato a una sorta di bancomat per coprire e continuare con le nostre cattive abitudini.

Dei vecchi progetti a 5/6/7 anni restano inevasi quasi 150 miliardi. Come si farà a spendere i 200 del Recovery Fund in tre anni?

La Francia ha la Commissione del Piano e infatti ha già presentato i suoi progetti. A quando anche in Italia una Commissione del Piano?

Come si partecipa alla costruzione dei campioni europei, dall’acciaio, all’idrogeno, dalle batterie al Cloud?

Possibile che la sinistra abbia perso persino la memoria del miglior contributo – dopo le Tesi di Lione- alla storia del pensiero politico? Mi riferisco alle Riforme di Struttura, di cui la Rete pubblica unica – rete pubblica come il rubinetto dell’acqua- oggi rappresenterebbe il suo inveramento più perfetto.