Manifestazioni in varie città europee, da Berlino a Pamplona, per sostenere l’Ucraina due anni dopo l’aggressione russa. In Francia, il verde Yannick Jadot a Parigi, i sindaci socialisti di Lille e Rouen, Martine Aubry e Nicolas Mayer-Rossignol, hanno partecipato ai cortei. A Kyiv, dei dirigenti occidentali hanno soprattutto parlato di guerra e di forniture militari. Un G7 virtuale è stato tenuto in serata nella cattedrale Santa Sofia, su iniziativa della presidenza italiana: presenti Giorgia Meloni, il belga Alexander De Croo in rappresentanza dei 27 (il Belgio ha la presidenza semestrale del Consiglio), la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il canadese Justin Trudeau. L’Italia ha firmato nel palazzo Mariinsky un accordo bilaterale con Kyiv, seguendo quelli già conclusi da Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e, ieri, anche Canada. Le cerimonie per i due anni di guerra sono iniziate ieri all’aeroporto Antonov, il primo campo di battaglia di Hostomel dove la britzkrieg dei russi ha subito un primo stop. Lunedì, a Parigi l’Eliseo ha convocato una riunione europea (Emmanuel Macron ieri era assente, assorbito nella violenta inaugurazione del Salon de l’Agriculture a Parigi).

L’OBIETTIVO, mentre inizia il terzo anno di guerra, è dire ad alta voce che gli alleati non abbandonano l’Ucraina. Ma i tempi sono difficili, nessuno è più sicuro sul futuro degli avvenimenti. La Ue ha aperto i negoziati per l’adesione dell’Ucraina (e della Moldavia) nel dicembre scorso, ma ormai i tempi si stanno allungando, malgrado le promesse di ieri: «l’Ucraina pacificata farà parte della Ue» ha affermato von der Leyen. Tra tre settimane sarà divulgata la «strategia di sicurezza» della Ue, un «primo passo», per la presidente della Commissione, per integrare l’Ucraina nel programma di difesa europeo. Un ufficio di difesa sarà aperto a Kyiv. Sugli 88 miliardi di finanziamento Ue versati finora, 28 sono stati di assistenza militare e altri 5 sono previsti per il Fondo di assistenza comune, per l’acquisto di armi e munizioni, oltre all’addestramento di 60mila militari ucraini.

Gli accordi militari bilaterali firmati finora comportano una «garanzia di sicurezza»: significa un impegno a intervenire a sostegno dell’Ucraina al di là di quello che è stato fatto finora? È un sostitutivo dell’articolo 5 della Nato, mentre l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica si sta allontanando nel tempo? La Ue sta bene attenta a non oltrepassare la linea rossa che potrebbe trascinare il blocco in uno stato di «co-belligeranza». Ieri, il presidente Zelensky ha precisato che «l’Ucraina non userà mai le armi dei partner su territori diversi da quelli occupati». L’accordo italiano, ha spiegato Meloni, riguarda la cooperazione industriale, gli scambi dei servizi di intelligence sugli attacchi cyber, il sostegno alle riforme, l’umanitario, in seguito la ricostruzione. L’Italia prevede «una collaborazione inedita e rafforzata in caso di futuro attacco».

GLI ATTACCHI russi alla Ue sono già in corso, con una guerra ibrida, cyber, manipolazione dell’informazione, operazioni di destabilizzazione. Il ministro della Difesa francese ha affermato che la Russia ha già realizzato almeno «un centinaio» di operazioni aggressive, una settantina contro paesi Ue, anche minacce aeree nel Mar Nero. La Francia parla ormai di «guerriglia cyber» e vede l’Ucraina trasformata in un «poligono di tiro digitale», con circa 200 incidenti nell’ultimo anno. Lo scontro ha luogo da tempo anche in Africa occidentale, con disinformazione, attacchi alla Francia, fino ai colpi di stato in Burkina, Niger, Gabon, Mali, Guinea, Ciad, Sudan. Anche Meloni ha detto che serve attenzione «a non finire vittime della propaganda russa».