«Un’insopportabile piaga sociale causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona» contro cui «deve venire una risposta di condanna unanime». Il presidente Mattarella lo dice nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, sottolineando che «è compito delle istituzioni elaborare strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione» e che «gli abusi, le violenze, l’intolleranza calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e la nostra Costituzione».

Il Senato ieri ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo a «sostenere un’ampia coalizione di Stati per promuovere la depenalizzazione universale delle condotte relative a rapporti consensuali tra persone adulte dello stesso sesso e a garanzia del rispetto dei diritti umani universali».

In aula Ilaria Cucchi, senatrice di Avs, spiega che la mozione «è un fatto importante», ma «è arrivata l’ora di approvare una legge contro i crimini d’odio fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere». Lo chiede anche la dem Cecilia D’Elia che aggiunge: «Questo momento è caratterizzato da un attacco culturale e politico senza precedenti alla cittadinanza Lgbtqi+, già stigmatizzato da due risoluzioni del Parlamento di Strasburgo. Dobbiamo riconoscere asilo a chi viene dai paesi in cui essere Lgtbqi+ è un reato e riconoscere piena cittadinanza a tutti i bambini».

E Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd e autore del ddl affossato nella scorsa legislatura tra gli applausi della destra: «Gli attacchi continui di esponenti di governo sono responsabili di un arretramento del nostro Paese sul piano dell’inclusione e della piena uguaglianza di tutti i cittadini, in particolare colpendo i diritti dei figli delle famiglie arcobaleno».