Marine Le Pen ci ha sperato fino all’ultimo: avere accanto a sé Matteo Salvini nel comizio che terrà oggi a Nizza e che, nelle intenzioni della presidente del Front national, dovrebbe rappresentare l’inizio della campagna elettorale per le elezioni europee del 2019. Alla fine però anche lei ha dovuto rassegnarsi: il leader della Lega diserterà l’appuntamento («mai stato in agenda», precisano per la verità i suoi più stretti collaboratori) impegnato in patria nelle complicate trattative per la formazione di un governo ma soprattutto nell’incassare l’ennesimo successo sancito in Friuli Venezia Giulia dalle urne.

Salvini o no, gli euroscettici di tutta Europa si vedranno comunque oggi pomeriggio nel capoluogo delle Alpi Marittime per la prima edizione della «Festa delle nazioni», chiamati dalla Le Pen a «difendere l’identità» e la «sovranità delle nazioni» come spiega il sito del Movimento per un’Europa delle nazioni e delle libertà (Menl), il gruppo nel quale confluiscono otto formazioni sovraniste del continente. Hanno assicurato la loro presenza il capo del Partito per la Libertà olandese Geert Wilder, il portavoce del Fpo austriaco Harald Vilimsky, il belga Vlaams Belang, attuale presidente del Menl, insieme a polacchi, cechi, greci, bulgari e fiamminghi.

Per Marine Le Pen si tratterà di un Primo maggio particolarmente impegnativo. Mentre suo padre Jean Marie – espulso dal Fn – celebrerà a Parigi con il tradizionale omaggio alla statua di Giovanna d’Arco, lei radunerà i suoi prima a Cannes e poi a Nzza dove accoglierà gli altri leader euroscettici. L’idea è quella di sfruttare il vento che nei mesi scorsi ha portato i populisti a incassare buoni risulti non solo in Ungheria, ma anche in quei Paesi che fino a ieri si potevano annoverare senza ombra di dubbio tra i più filo europeisti. La riunione di oggi «sarà l’occasione di celebrare le recenti vittorie elettorali in Austria del Fpo, in Italia della Lega, in Germania dell’Afd», spiega così il sito del Menl. Più pragmaticamente a spingere il Front national c’è la convinzione che persa la partita per le presidenziali, se si vuole davvero rottamare l’Europa togliendo poteri a Bruxelles per restituirli agli Stati e fermare nuovi arrivi di migranti, quello del 2019 è un appuntamento che non si può perdere. Come ha spiegato qualche giorno fa Philippe Olivier, uno dei principali consiglieri di Marine Le Pen. «Fino ad ora era scontato che entrare all’Eliseo fosse necessario per cambiare l’Europa – ha detto -. Ma con le rivolte nazionalistiche che vediamo ovunque è un risultato che potrebbe uscire anche dalle urne europee».