«Manif sauvage!». Ma la vera violenza indossa l’uniforme delle unità Brav-M
Francia I cortei spontanei affrontati dagli agenti anti-sommossa con pestaggi, lacrimogeni e centinaia di arresti. Tanto che il loro capo rivela: «Ho paura che uno dei miei uccida un manifestante»
Francia I cortei spontanei affrontati dagli agenti anti-sommossa con pestaggi, lacrimogeni e centinaia di arresti. Tanto che il loro capo rivela: «Ho paura che uno dei miei uccida un manifestante»
«Manif sauvage!», urla un ragazzo vestito di nero, incitando i compagni a lasciare la piazza dell’Opéra. La «sauvage» è il corteo spontaneo che, muovendosi veloce per le strade della città, sta facendo impazzire la polizia francese. Che sia a Parigi, Nantes, Marsiglia, Tolosa, calata la sera, migliaia di giovani sfidano le forze dell’ordine in una gara di velocità.
ALLA FINE della grande manifestazione parigina, gruppi spontanei si sono formati più o meno ovunque nel quartiere, chi dirigendosi verso il quartiere del Marais, chi restando in zona. Tutti appiccando fuoco ai cumuli di spazzatura che ormai sommergono i marciapiedi parigini, complice lo sciopero a oltranza dei netturbini. La tolleranza della polizia nei confronti di questi cortei «selvaggi» è praticamente zero.
Nel periodo dei gilet gialli, il governo aveva approvato la costituzione dei «Brav-M», unità di agenti antisommossa in motocicletta, capaci di intervenire in maniera estremamente rapida e violenta, pensati proprio per queste situazioni. La creazione delle unità era stata ampiamente criticata all’epoca: poliziotti del genere erano stati responsabili dell’omicidio di Malik Oussekine nel 1986, fatto che ne aveva provocato la dissoluzione.
Sono accusati di una buona parte delle violenze di questi giorni. Basta vederli in azione, come in questi giorni: arrivano rombando a cavallo delle moto di grossa cilindrata in dotazione alla polizia, sbarcano e corrono verso i manifestanti non lesinando manganelli e granate lacrimogene, per operare quanti più arresti possibile.
Lunedì sera, durante una delle prime «notti dei fuochi», un agente della Brav è stato filmato mentre rifilava un destro a un manifestante del tutto pacifico, facendolo svenire sul colpo (un’inchiesta è stata aperta all’Igpn, organo della polizia che dovrebbe controllare le violazioni commesse dagli agenti). Neanche i Brav sembrano in grado di poter gestire il caos provocato dai numerosi cortei spontanei di ieri sera.
Mentre un gruppo di poliziotti caricava nei pressi di Opéra, un altro gruppo di manifestanti marciava verso il Comune di Parigi, un altro ancora si aggirava verso République, lasciando spazzatura in fiamme nel loro solco.
«HO PAURA che uno dei miei uccida un manifestante», ha detto un comandante dei Crs (la polizia antisommossa) al giornale d’inchiesta Mediapart, commentando una situazione che sta diventando rapidamente ingestibile.
Per ora, nonostante le centinaia di arresti, non è successo. Ma le violenze contro i manifestanti si sono moltiplicate, riesumando il dibattito sull’uso eccessivo delle armi e della forza da parte degli agenti, che aveva agitato il paese al tempo dei gilet gialli.
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