Risultato straordinario, la Francia respinge l’estrema destra. Il Nuovo Fronte Popolare ha sbarrato la strada al Rassemblement national. Il Nfp è arrivato primo, avrà tra 172 e 180 deputati, i conteggi sono in corso. Ensemble, l’area Macron, arriva al secondo posto e l’estrema destra è al terzo posto, sconfitta (134-150 seggi), mentre già da giorni lo staff di Marine Le Pen e Jordan Bardella si comportava da vincitore e cominciava a dettare la “linea” anche in politica estera, a cominciare dalla compiacenza con la Russia di Putin.

C’è stata una grande mobilitazione, che ha portato a una forte affluenza alle urne e a un chiaro rifiuto del progetto sovranista, di ripiego su di sé, della “preferenza nazionale” contro tutto ciò che è considerato “altro” – stranieri, immigrati, binazionali – che il Rassemblement National aveva presentato come la “vera” Francia.

Adesso, il dato importante è il successo dello sbarramento: la Francia dice “no” all’estrema destra. Emmanuel Macron ha fatto una scommessa azzardata, l’ha vinta nel senso che ha messo all’angolo l’estrema destra, anche se il suo campo ne esce parecchio ammaccato (ma comunque inaspettatamente davanti all’estrema destra).

Il presidente aveva puntato sul “chiarimento” politico: dopo i risultati è subito ripresa la polemica – normale in democrazia – ma c’è la chiarezza della messa all’angolo dell’estrema destra, quella della chiusura, dell’odio generalizzato verso l’altro da sé.

La Francia cambia, con questo voto. Il potere si sposta finalmente dall’Eliseo all’Assemblée Nationale, il parlamento sarà al centro, avvicinandosi cosi’ al funzionamento delle altre democrazie europee. La Francia, al di là di quello che succederà all’interno per la formazione del prossimo governo – di governabilità si comincerà a parlare da domani, oggi la notizia è l’insperata sconfitta della destra – resta un protagonista in Europa, mentre con l’estrema destra avrebbe creato un indebolimento della Ue.

Emmanuel Macron aspetterà la “strutturazione” della nuova Assemblée nationale per “prendere le decisioni necessarie”. Il primo ministro, Gabriel Attal lunedi’ mattina presenterà le dimissioni, dopo uno scioglimento “che non ho scelto” – la situazione non è facile, tra venti giorni iniziano le Olimpiadi di Parigi. Raphaël Glucksmann, che ha guidato la lista Ps alle europee, chiede un “comportamento da adulti” per trovare un’uscita dalla crisi: il partito socialista ha più che raddoppiato i seggi. Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise che è il principale partito del principale blocco parlamentare, che non era candidato, afferma che Macron deve nominare un primo ministro del Nuovo Fronte Popolare.

L’ex primo ministro Edouard Philippe, che ara il terreno per le presidenziali del 2027, afferma che il voto non “non è una chiarificazione”, ma “una grande indeterminazione”. L’area Ciotti, la destra dei Républicains che ha fatto alleanza con l’estrema destra, ha un umore nero, Lr se la cava senza aver fatto un compromesso vergognoso. Il clan Le Pen incassa una sconfitta simbolica: la figlia di Jean Marie, sorella di Marine Le Pen, Marie Caroline Le Pen è stata battuta.