All’indomani della disponibilità a ricoprire il ruolo di assessore alla sanità di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, del gruppo privato S. Donato, il rumore che aveva accompagnato la sua candidatura è tornato a farsi sentire riproponendo le questioni mosse, prima di Natale, da Vittorio Agnoletto, sostenute da Medicina Democratica, e condivise da Unione Popolare.

«La destra in Lombardia la si batte solo riportando a votare tanta gente che si è astenuta ed è rimasta delusa. L’obiettivo era ricreare entusiasmo attraverso un accordo di tutta la coalizione che prevedeva come punto fondamentale la difesa della sanità pubblica» dice Agnoletto, che prima della candidatura di Pregliasco stava lavorando, con una serie di realtà e individualità del settore della sanità e non, alla costruzione di una lista civica, «Curiamo la Lombardia», a supporto di Pierfrancesco Majorino in opposizione a Fontana e Moratti. Lista e percorso saltati perché in «tanti, tantissimi hanno ritirato la disponibilità alla candidatura.

La cosa su cui riflettere è che nella lista avevamo coinvolto una ventina di medici, tra gli ottanta candidati, che sono stati i primi a dire: noi in questa operazione non ci stiamo più. Forse perché ben conoscono l’operato del gruppo San Donato». «Continuerò nel mio impegno quotidiano per la tutela della salute di tutti – ha specificato Agnoletto – e metterò a disposizione tutte le informazioni e le denunce realizzate in questi anni a coloro che saranno coinvolti in prima persona nella campagna elettorale contro Fontana e Moratti, dentro o fuori dalla coalizione».

Le parole di Agnoletto non hanno lasciato insensibile Majorino che nella conferenza stampa di presentazione della lista civica a suo supporto ha sottolineato che «in Lombardia c’è bisogno di cambiamento sulla sanità, sull’ambiente, sulla mobilità e sulle politiche del lavoro» e secondo cui «Pregliasco è un valore aggiunto che va ringraziato. La salvaguardia e il rilancio della sanità pubblica è il cuore della nostra scommessa.

Non capisco la polemica e verso Agnoletto le porte sono sempre state e saranno sempre assolutamente aperte». I primi sondaggi danno Majorino (40%) a pochi punti percentuali da Fontana (45%). Mai come questa volta l’ipotesi che la destra lombarda esca sconfitta è una possibilità concreta, anche perché la maggioranza dei voti che la Moratti dovrebbe raccogliere arriverà dal suo bacino storicamente ancorato al centro destra.

La posizione dell’Alleanza VerdiSinistra è riassunta dal candidato milanese Onorio Rosati: «la proposta politica in tema di sanità si fonda su tre priorità: maggiori investimenti sulla sanità pubblica, l’azzeramento delle lista di attesa e la ridefinizione degli accreditamenti della sanità privata. Al di là di Pregliasco, siamo sicuri che, in futuro, il candidato Presidente si atterrà su questi requisiti nell’attuazione della sua azione politica».

Majorino inizierà la campagna elettorale il 13 gennaio da Brescia, territorio certamente sensibile al tema sanitario, soprattutto dopo i drammi vissuti con il Covid19. Per Donatella Albini, medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia nonché consigliere del comune di Brescia e delegata del sindaco alle Politiche sanitarie che è, in coabitazione con Marco Apostoli, capo lista nel bresciano per VerdiSinistra «sono certo più importanti i programmi che i nomi nelle liste elettorali. Sono rimasta stupita e sconcertata dalla candidatura di Pregliasco, direttore di una delle maggiori realtà sanitarie private della Lombardia e dell’Italia» ma, dice Albini, «sono stata rassicurata dalle chiare parole di Majorino rispetto al primato della sanità pubblica nel programma elettorale e dalla presenza, nelle liste della coalizione, di uomini e donne che hanno fatto della costruzione del servizio pubblico una pratica di vita e di politica».