Non è certo Caparezza, ma come l’immaginifico artista pugliese la ministra Calderone sembra venire dalla luna mentre spiega che “nel 2023 abbiamo avuto 1.041 infortuni mortali, un dato inferiore rispetto al 2019, anno in cui abbiamo registrato 1.239 infortuni mortali”. Ad ascoltarla ci sono le commissioni lavoro riunite di Camera e Senato, naturalmente divise nel giudizio fra chi sostiene l’azione del governo Meloni e quindi rimarca i “passi avanti” nella lotta agli omicidi bianchi, e i parlamentari delle opposizioni fra cui il dem Arturo Scotto, che osserva: “La ministra Calderone vive in un mondo tutto suo. Mentre spiega che sulla sicurezza sul lavoro il governo continua a fare progressi, non mette in campo alcuna trategia per far emergere il nero, il sommerso e l’illecito. Abbiamo proposto il Durc di congruità anche in agricoltura, ma non c’è volontà di farlo. Così come non si capisce che fine abbia fatto il tavolo sul caporalato. Siamo oltre la retorica”.

Intanto da Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio http://cadutisullavoro.blogspot.it, arrivava il terrificante bollettino della giornata di mercoledì: “Otto morti, sette sui luoghi di lavoro e uno in itinere. Le vittime sono i due vigili del fuoco Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, entrambi di 45 anni, inghiottiti dalle fiamme mentre soccorrevano una famiglia durante un incendio; Antonio Saccone e Marin Alfiri, schiacciati dal trattore che stavano guidando nelle province di Benevento e di Torino; Khairi Zahmoul, annegato in una vasca di irrigazione nel ragusano; il bergamasco Ivo Conti, fulminato mentre lavorava in trasferta in Svizzera; l’edile Emiliano Galbusera, caduto dal tetto di una casa in ristrutturazione; il giovane George Manole, morto in itinere nel veneziano”.

Ancora Soricelli: “Siamo in questo momento all’incredibile numeri di 800 lavoratori morti dall’inizio dell’anno, se si contano tutti e non solo gli assicurati all’Inail, che sono 571”. Numeri agghiaccianti, e questa interminabile scia di sangue e di dolore vanno aggiunti i nomi dell’edile Nino Virgilio, morto sempre mercoledì a Santadi in Sardegna, e di un altro operaio edile tunisino di 51 anni, precipitato ieri mattina da un’altezza di dieci metri mentre stava lavorando insieme ad un collega sul tetto di una vecchia abitazione nella parte medievale di Massa Marittima, in alta Maremma.

Nel mentre la ministra Calderone andava avanti a promettere che “entro la fine di luglio sarà pubblicato il bando per nuovi ispettori su base regionale, che consentirà un maggiore collegamento anche con il territorio”, per poi aggiungere che “nei primi sei mesi del 2024 sono state compiute già circa 63 mila ispezioni per contrastare il lavoro nero e irregolare”.

A smentire i numeri del governo anche Sara Palazzoli dell’Inca Cgil: “Gli ultimi dati certificati dall’Inail, e non dalla Cgil che li considera sottostimati, mettono in evidenza una crescita costante degli infortuni, mortali e non, e delle malattie professionali. Queste ultime fanno segnare al 31 maggio addirittura un +24%. Nel complesso possiamo dire che nel nostro paese si lavora male. E il mercato del lavoro, rappresentato per una fetta importante da lavoro precario, stagionale, da part time involontari, porta purtroppo molto spesso lavoratrici e lavoratori a non mettere in atto il percorso per il riconoscimento dei danni subiti dal lavoro. Cioè si rinuncia al diritto alla salute per il diritto al lavoro. Perché i lavoratori precari, nel denunciare un infortunio o nell’avviare un percorso per la malattia professionale, hanno paura di non essere richiamati dopo la fine del contratto a tempo determinato”.