«Le elezioni italiane hanno scosso il contesto europeo». L’appena ricostituito asse franco-tedesco lancia il suo grido d’allarme sul futuro dell’Italia. Il primo incontro Macron- Merkel dopo il voto che ha sancito il quarto mandato da cancelliere per la leader Cdu ha avuto al centro la valutazione delle elezioni del nostro paese.
«Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso dopo la Brexit e profondamente scosso dopo le elezioni italiane che hanno visto imporsi gli estremismi», ha detto Macron al termine del vertice con Merkel tenuto ieri a Parigi. Le consultazioni italiane dello scorso 4 marzo «ci hanno consentito di toccare con mano, nello stesso tempo, le conseguenze di una duratura crisi economica e delle sfide migratorie a cui non siamo stati in grado di rispondere».
In realtà il voto italiano è stato usato in buona parte da pretesto dai leader delle due locomotive europee per disegnare e ricalibrare il loro disegno per un’Europa che sia in grado di rispondere ai populismi trionfanti ad ogni latitudine.
La preoccupazione è dunque più per il quadro europeo che per lo sbocco del risultato delle elezioni italiane. Gli endorsement di Macron e Merkel per Paolo Gentiloni sono ormai un ricordo e i due si stanno preparando già a collaborare con chiunque sarà il suo successore: certo, auspicano non sia quel Matteo Salvini citato e lodato da Marie Le Pen al recente congresso del Front National, ma non avrebbero problemi a dialogare con Luigi Di Maio o qualunque esponente del M5s.
L’instabilità italiana non è più il problema principale. A maggior ragione se paragonato con un’Europa sempre più divisa.
E quindi il vertice Macron – Merkel è stato tutto incentrato a mettere a punto una «tabella di marcia chiara e ambiziosa» per ricostruire l’Unione Europea. «È il nostro compito entro giugno: sulla zona euro, sui migranti, la politica di difesa, il commercio, la ricerca, l’istruzione, ci proporremo una chiara, ambiziosa tabella di marcia per la rifondazione (dell’Ue) entro giugno», ha detto il presidente francese. Emmanuel Macron ha sottolineato «la responsabilità estremamente importante» che hanno Parigi e Berlino «in un momento in cui le tensioni internazionali stanno crescendo». «Abbiamo la volontà di farcela e ce la faremo», ha aggiunto la cancelliere tedesca. «È più che mai necessario che l’Europa agisca unitariamente in una situazione geopolitica in cui il multilateralismo è sotto pressione. Non abbiamo sempre avuto le stesse idee, ma Francia e Germania hanno ottenuto tanti risultati nel passato. Ora dobbiamo, vogliamo trovare percorsi comuni», ha sottolineato Merkel, con particolare attenzione alla politica migratoria. «Avere regole diverse tra gli Stati membri – ha sottolineato – non è mai a nostro vantaggio. Dobbiamo proteggere le nostre frontiere esterne. Abbiamo bisogno di una strategia comune in Africa», ha concluso.
Se Macron si prepara a presentare leggi sull’immigrazione draconiane, il riferimento di Merkel è tutto alla riforma del regolamento di Dublino. L’Italia in questi anni è stata fortemente penalizzata dal cosiddetto «principio di primo approdo» che dà in carico il migrante al paese in cui sbarca. Un punto non modificato dalla riforma presentata dalla Commissione Ue, ma sul quale il parlamento europeo era intervenuto – grazie soprattutto al lavoro della relatrice italiana Elly Schlein – introdicendo il principio della suddivisione dei richiedenti asilo fra gli Stati membrie. Sarà però il Consiglio europeo a decidere fra qualche mese la versione definitiva della riforma. E in quel consesso i contrari a prescindere a farsi carico dei migranti sono sempre di più: oltre al blocco di Visegrad anche Austria e Romania.
Sarebbe dunque paradossale che una norma che favorirebbe l’Italia – i migranti suddivisi fra i 27 – venisse bocciata dagli amici di Salvini e magari difesa dallo stesso Salvini presidente del consiglio.
L’altro tema caldo e divisivo è quello della difesa comune europea. I paesi del Nord la invocano per difendersi dalla Russia ma il fronte pro Putin – almeno fino all’avvelenamento della spia russa in Inghilterra di qualche giorno fa – si stava ingrossando.