Giorgio Agamben in un testo di circa trent’anni fa uscito su Libération sosteneva che, se da un lato popolo significa classi subalterne, dall’altro il suo significato confina e spesso coincide con la comunità di razza, di sangue, sempre pronta a sterminare chi rischia di intorbidirla. Il termine popolo indica quindi «tanto il soggetto politico costitutivo quanto la classe che, di fatto se non di diritto, è esclusa dalla politica». È «un concetto polare», «una complessa relazione fra due estremi». Nei modi di acquisizione della cittadinanza e nazionalità – moderni correlati del popolo – restano le tracce del sangue (ius sanguinis)...