Ormai i centri di accoglienza non bastano più e si aprono gli stadi. Come a Varsavia, dove per accogliere le centinaia di migliaia di profughi che arrivano in Polonia ieri è stato aperta l’Arena Ursynow, il palazzetto dello sport dove gioca il Project Warszawa, squadra di pallavolo guidata dall’italiano Andrea Anastasi. Letti, coperte, spogliatoi e bagni per chi fugge dall’Ucraina e arriva nella capitale. A Korczowa, a sud della Polonia e non lontana da Leopoli, l’ong Intersos ha aperto un punto medico con 1.500 posti letto in un centro commerciale dove viene eseguito un primo ceck sanitario a chi ha appena passato il confine. Nella Repubblica ceca il ministro dell’Interno Vit Rakusan ha chiesto invece la proclamazione dello stato d’emergenza in modo da poter fornire una migliore assistenza agli oltre 20 mila ucraini già arrivati nel paese, mentre una delegazione di parlamentari europei si è recata nelle repubbliche baltiche per fare il punto con i rappresentanti dei governi sulla situazione dei richiedenti asilo e dei migranti. Questo mentre a tutti i valichi di confine dell’Ucraina continuano ad ammassarsi persone in fuga.

In mattinata l’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, parlava di 874 mila persone già uscite dall’Ucraina, ipotizzando che a sera si sarebbe toccato il milione di profughi. «Li ospiteremo, garantiremo la dignità del popolo ucraino e manterremo tutti gli sforzi per dare sostegno all’Ucraina, politico, finanziario e umanitario», ha promesso il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.

I primi atti concreti si dovrebbero vedere già oggi quando a Bruxelles si riuniranno i ministri dell’Interno dei 27. All’ordine del giorno c’è il via libera a una direttiva del 2001 che garantirà una protezione temporanea ai profughi dell’Ucraina. Concretamente si tratta di un permesso di soggiorno della durata di un anno e rinnovabile che consentirà la libertà di movimento tra gli Stati dell’Unione, l’accesso all’istruzione per i minori, assistenza sanitaria e permesso di lavoro per gli adulti.

Verranno inoltre presentate da parte della Commissione delle linee guida per aiutare le guardie di frontiera a gestire il flusso di persone in arrivo, garantendo allo stesso tempo un alto livello di sicurezza. «Tutti coloro che fuggono dalle bombe di Putin sono i benvenuti in Europa», ha detto la presidente Ursula von der Leyen. «Forniremo protezione a coloro che cercano rifugio e aiuteremo coloro che cercano in modo sicuro di tornare a casa». La Commissione ha inoltre mobilitato 500 milioni di euro per l’assistenza umanitaria.

Fin da subito è stata la Polonia il Paese verso il quale si è diretta la maggior parte dei profughi. A oggi delle oltre 800 mila persone fuggite, più di 500 mila sono arrivate qui, attratte anche dalla presenza nel paese di 1,5 milioni di ucraini arrivati nel 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. 118.461 mila sono invece transitati per la Romania, tra i quali 18 mila minori. Solo 46.435 ucraini hanno scelto di rimanere nel paese e 1.070 hanno già presentato domanda di asilo.

Un flusso che riguarda anche l’Italia, dove si contano circa mille arrivi al giorno anche se il numero è destinato ad aumentare. Ieri è partito un primo convoglio con 200 tende destinato all’allestimento di campi profughi in Polonia, ma c’è stata anche una riunione tra le Regioni e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. «Stiamo lavorando con il governo», ha detto il presidente dei governatori Massimiliano Fedriga, e su più direttrici: «La prima è l’assistenza all’estero con gli aiuti che giungeranno in Ucraina o nei paesi di confine». Poi c’è l’assistenza sanitaria, l’invio di medicinali e soccorsi, e infine c’è l’accoglienza: «Siamo impegnati – ha aggiunto Fedriga – per definire priorità, sburocratizzare le procedure per agevolare la permanenza dei profughi e facilitare la prevenzione, anche in relazione alle vaccinazioni».