I deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) hanno alzato le mani tinte di nero durante le votazioni del «Decreto Aiuti quater» che è stato approvato ieri in via definitiva dalla Camera con 164 voti favorevoli, 127 contrari e 3 astenuti. La protesta era rivolta contro lo «sblocca-trivelle», la norma che permetterà nuove estrazioni offshore di idrocarburi nell’Alto Adriatico, in particolare quelle che fronteggiano il Delta del Po. In cambio il governo Meloni spera di ottenere 15 miliardi di metri cubi di gas in un decennio: meno del 2% del fabbisogno italiano annuo. «Hanno le mani sporche di carbone e petrolio, le hanno nere come il futuro che ci stanno lasciando. Una decisione anti-storica e scellerata» ha detto Luana Zanella, capogruppo di Avs.

Una zucchina, una confezione da mezzo litro di latte, una pera. Le ha mostrate in aula Angelo Bonelli (Avs) durante un dibattito particolarmente agitato. «Sono i generi di prima necessità per fare vedere ai loro deputati gli aumenti che essi hanno subito negli ultimi mesi. «Meloni cambia idea su tutto, a partire dalle accise e dalle trivelle». I deputati dei Cinque Stelle hanno denunciato «il surreale salto carpiato sulle trivelle del duo Meloni-Salvini, che poi sono gli stessi che nel 2016 [all’epoca del referendum, ndr.] strillavano a suon di slogan contro le estrazioni in mare». Da oggi, dunque, saranno possibili nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, limitatamente ai siti con potenziale minerario di gas superiore a 500 milioni di metri cubi. Si prevede inoltre che, «in deroga» al divieto alle trivellazioni previsto dalle norme sul «Piano energetico nazionale», «è consentita la coltivazione» di idrocarburi nelle aree «poste nel tratto di mare compreso tra il 45esimo parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po» a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia.

La destra postfascista ha polemizzato contro il voto contrario delle opposizioni a un decreto-miscellanea che contiene, tra l’altro, anche lo sconto fiscale di 1 miliardo e 600 milioni stanziato per la diminuzione le accise. Le stesse che il governo ha scelto di non tamponare nella legge di bilancio. In questo caos legislativo, e politico, il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, ha ritenuto «surreale che le sinistre votino contro i contributi al caro bollette».