I soliti sospetti: degli italiani non ci si può fidare. Cominciano con un alleato e finiscono con un altro. Il salto della quaglia in Libia è arrivato quando ormai da tempo si era capito che Serraj – sbarcato a Tripoli nel 2016 proprio dagli italiani – non lo voleva più nessuno di quelli che contano sulla scena internazionale punta più sul premier di Tripoli. A partire da Trump, cosa di cui si è accorta con un impercettibile ritardo persino la stampa americana. Apprendiamo quindi da Conte a Pechino che «non stiamo né con Sarraj né con Haftar ma con il...