Migliaia di rifugiati sono accampati da due settimane davanti alla sede Unhcr di Tripoli, dove non si era mai vista una protesta simile. Sono soprattutto eritrei, somali, etiopi e sudanesi, nazionalità a cui quasi sempre viene riconosciuto l’asilo politico. «In Libia siamo in pericolo, chiediamo il trasferimento in un paese sicuro», afferma Kosofo, 29enne nato in Sudan ma da cinque anni in Libia. Il nome è di fantasia: il ragazzo teme ritorsioni, è molto attivo nella protesta e fa parte del gruppo che gestisce le relazioni con i media. Martedì scorso il ministro dell’Interno libico Khaled Mazen ha proposto ai...