L’Italia non ha ancora preso posizione sull’inclusione di nucleare e gas nella nuova tassonomia verde europea, che garantirebbe l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati per la transizione ecologica, così ieri le tre principali associazioni ambientaliste – Greenpeace, Legambiente e Wwf – sono tornare a bussare alla porta di Roberto Cingolani. «Invece di continuare ad alimentare un dibattito sterile sul nucleare, una tecnologia di produzione di energia superata dalla storia, sarebbe auspicabile che il ministro della Transizione Ecologica e tutto il governo si facessero portavoce di una posizione chiara e avanzata, che non ceda alle lobby del gas fossile e del nucleare, così come hanno fatto altri governi» si legge nell’appello.

Le associazioni ricordano che «da mesi è in corso in Italia un dibattito surreale sul cosiddetto nucleare di quarta generazione, favoleggiato da decenni senza nessuna reale novità tecnologica, e sui piccoli reattori modulari, ancora in fase sperimentale». Un dibattito mosso da dichiarazioni «inopportune» del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, indicato dal Movimento 5 Stelle nel governo Draghi. Dichiarazioni «che hanno distolto l’attenzione sulle tecnologie che usano le fonti rinnovabili già a disposizione sul mercato, che sono in grado di produrre elettricità a costi di gran lunga inferiori senza emettere anidride carbonica, né produrre scorie radioattive o aumentare i rischi di incidenti catastrofici».

In Italia ci sono stati due referendum contro il nucleare, nel 1987 e nel 2011, e siccome questo strumento serve solo per abrogare norme non ha senso annunciare un referendum per il nuclare, come ha fatto la Lega. Le associazione ambientaliste nell’appello ricordano al governo che i reattori di quarta generazione, al centro di programmi di ricerca in corso da 20 anni senza grandi risultati, sono del tutto fuori gioco rispetto alla data di riferimento del 2030, quando l’Italia dovrà aver tagliato del 55% delle emissioni di gas climalteranti (rispetto ai livelli del 1990). «Al netto di tutti i problemi irrisolti legati alla produzione di energia dall’atomo con la costruzione di centrali nucleari di terza generazione, l’unica attualmente disponibile (la sicurezza delle centrali, lo smaltimento definitivo delle scorie, il decomissioning degli impianti chiusi, il costo di produzione per kilowattora), investire in questa forma di produzione di energia sarebbe una scelta assolutamente contraddittoria con l’urgenza di ridurre le emissioni per contenere il riscaldamento globale a 1,5°C» sottolineano le associazioni.

In Europa, ormai, il peso del nucleare è caduto dal 17% al 10% dei soli impieghi elettrici, mentre i nuovi reattori di terza generazione faticano a vedere la luce nei paesi in cui sono in costruzione: l’esempio più indicativo è quello della centrale Flamanville 3, in Francia, che avrebbe dovuto entrare in funziona nel 2012 e forse lo farà nel 2022. Sul fronte dei costi della bolletta, puntare sul nucleare sarebbe un vero suicidio: secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 centesimi di dollaro, con l’eolico 4, con nuovi impianti nucleari 16,3.
«Spero vivamente che il nostro governo, che si definisce ambientalista, si esprima finalmente in modo chiaro contro questo imbroglio. L’esecutivo prenda spunto dalle posizioni avanzate già espresse da alcuni governi, come quello spagnolo, austriaco o lussemburghese, o come quella del ministro verde tedesco dell’Economia e del Clima Habeck, piuttosto che allinearsi agli interessi del blocco di Stati guidato dalla Francia e delle lobby di fossili e atomo» ha detto Rossella Muroni, deputata della componente del gruppo Misto FacciamoEco.

Apre invece al nucleare Italia Viva: secondo il presidente, Ettore Rosato, sui temi legati all’energia occorre «eliminare la demagogia». Tenta un’analisi più approfondita Salvini, ingegnere ambientale un tanto al chilo: «Bene l’Europa che vuole inserire gas e nucleare tra le energie pulite. È l’unico modo, anche per l’Italia, per limitare le emissioni da carbone e ottenere bollette meno care per famiglie e imprese» dice il leader della Lega.