Centottantotto casi conclamati in 13 Land (su 16) con il Nordreno-Vestfalia che si conferma come primo focolaio tedesco con oltre 100 infettati. Così il Coronavirus sta “ammalando” la Germania: dalla fobia che anche qui ha svuotato gli scaffali dei supermercati al clamoroso annullamento «per precauzione» della Fiera del Libro di Lipsia, fino all’elezione del nuovo governatore della Turingia prevista per oggi, a rischio dopo che un deputato della Cdu è «sospettato» di avere contratto il morbo.

Ma c’è anche la chiusura della prima scuola a Berlino, la rinuncia della cancelliera Angela Merkel a tenere il tradizionale discorso alla Confindustria, e la denuncia dell’Associazione dei medici delle assicurazioni sanitarie (Kbv) che gli ospedali sono già a corto dei mezzi di protezione.

Si aggiungono al rinvio della Fiera del Turismo di Berlino, della “Pro-Vino” di Düsseldorf come della vetrina internazionale dedicata all’Artigianato a Monaco. Impossibile garantire la «tracciabilità di tutti i partecipanti» come impone il protocollo di sicurezza federale.

Mentre al Bundestag si leva l’allarme sull’altra «criticità» del Coronavirus. A sentire Karl Lauterbach, responsabile Sanità della Spd, «in vista del prevedibile aumento dei casi dovremo fare attenzione agli stock di medicinali da Cina e India: la Germania non deve limitarsi a fare scorta di prodotti ma cominciare trasferire in Europa la produzione dei principi attivi».

Previsione nera eppure necessaria data la capacità della Germania di eseguire non più di 12.000 test al giorno. «Per questo estendere i controlli alle persone sane è una sciocchezza – precisa Andrea Gassen, presidente della Kbv – i test hanno senso solo se il soggetto mostra sintomi di malattie respiratorie e ha avuto contatti con persone infette».

Potrebbe essere il caso del deputato Cdu della Turingia in quarantena: se verrà confermata la sua positività al virus l’elezione del governatore di Erfurt verrà rimandata a data da destinarsi.

Un po’ come la Fiera del Libro, su cui «negli ultimi 70 anni mai avremo pensato di prendere una decisione così difficile. Scelta amara per noi e l’intera industria editoriale: aspettavamo 2.500 espositori da 51 Paesi. Nessuno ha annullato la partecipazione ma il Comune di Lipsia ieri ci ha fatto sapere che avremmo dovuto potere risalire all’identità di tutti i partecipanti. Materialmente impossibile» riassume il direttore Oliver Zille.