Si intitola «10 e 25», come l’orario dello scoppio della bomba del 2 agosto 1980, il podcast realizzato dal giornalista Gabriele Cruciata e dallo storico Dario De Santis, prodotto da Rossella Pivanti per Slow News, con le illustrazioni di Maicol & Mirco. Sei episodi (l’ultimo dei quali uscirà proprio oggi) finanziati attraverso un crowdfunding e già nella top 20 degli ascolti di Spotify. Alla base del lavoro c’è un lavoro svolto sulle fonti storiche e giudiziarie sulla strage analizzate anche attraverso algoritmi di intelligenza artificiale.

«De Santis e Cruciata hanno caricato dentro a uno strumento che si chiama Pinpoint tutti i documenti pubblici che hanno trovato – spiega il direttore di Slow News Alberto Puliafito -. Hanno creato un enorme archivio digitale di centinaia di documenti, per la prima volta raccolti in un unico posto. Un posto che, fra l’altro, è interrogabile grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, che possono aiutare chi cerca, giornalista, storico o semplicemente persona curiosa, a individuare al volo documenti in cui viene nominata una certa persona insieme a un’altra, un luogo, una parola, una descrizione». L’uso delle fonti è da sempre fondamentale in tutte le ricostruzioni fatte sulla strage: a colpi di processi, informative, relazioni e atti ormai sono state accumulate decine di migliaia di pagine. Un labirinto all’interno del quale è facilissimo perdersi e, soprattutto, perdere di vista i fatti accertati e quelli definitivamente smentiti.

Il sottotitolo di 10 e 25 è «La vera storia della Strage di Bologna». Spiega ancora Puliafito: «Quel “vera” ha fatto storcere il naso a qualcuno. Ma questo è il grado di verità che possiamo offrire: la totale trasparenza rispetto alle fonti che ci hanno portati a raccontare questa storia vecchia di 44 anni come non è mai stata raccontata prima. È “la vera storia” perché si basa sulle carte giudiziarie e sul lavoro dell’associazione dei familiari delle vittime, perché esclude le sciocchezze come la pista palestinese, perché senza il pregresso, senza le carte, senza le basi solide non esisterebbe questa storia».

La vicenda viene raccontata a partire da chi quel 2 agosto era a Bologna e ha vissuto in prima persona la strage. Da lì la vicenda si snoda lungo quattro decenni emezzo, tra depistaggi e indagini a singhiozzo, processi difficili e una memoria che nonostante tutto continua a sopravvivere ai numerosi tentativi di inquinarle.