Dopo 86 giorni, Giovanni Toti ieri è tornato in libertà. La giudice per le indagini preliminari, Paola Faggioni, ha accolto la richiesta del legale Stefano Savi dopo avere avuto il parere positivo della procura. Basta domiciliari, dunque, anche se «permangono i gravi indizi di colpevolezza», scrive la gip. A influire sulla decisione le dimissioni rassegnate una settimana fa. «Nonostante l’estrema gravità delle condotte criminose – continua la gip – connessa anche alla particolare natura delle funzioni svolte, tenuto conto del comportamento serbato dall’indagato che ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della Giunta della regione Liguria, possono considerarsi sensibilmente affievolite le esigenze cautelari».

In pratica non può più reiterare il reato. L’avvocato di Toti ha spiegato: «Non ha alcun vincolo. Potrà far tutto quello che fa un libero cittadino, anche politica». Nei prossimi giorni è attesa la decisione della giudice sulla richiesta del giudizio immediato per lo stesso Toti, Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini. Ieri l’ex governatore ha incontrato il fedelissimo Giacomo Giampedrone, assessore alla Protezione civile, e l’ex portavoce Jessica Nicolini. FdI ha commentato positivamente la notizia in attesa di fissare un incontro «per fare, finalmente, il punto politico insieme». È partita la campagna elettorale per le regionali liguri, a fine ottobre, se il governo non decide di accorpare la tornata elettorale con Emilia Romagna e Umbria.

Resta in carcere, invece, l’ex assessore alla Mobilità del comune di Venezia, Renato Boraso. Il tribunale del Riesame ha tenuto la linea dura nell’inchiesta sulla presunta corruzione che coinvolge anche il sindaco Luigi Brugnaro. Ha ottenuto invece la scarcerazione, finendo ai domiciliari in una casa a Mira (Venezia), l’imprenditore Fabrizio Ormenese, che per la Procura sarebbe stato «in affari» con Boraso, mentre ha riavuto la libertà la funzionaria della Ive, la società immobiliare controllata dal comune, Alessandra Bolognin. Istanze di revisione rigettate, e conferma dei domiciliari, per gli imprenditori Matteo Volpato e Marco Rossini. Nel corso dell’udienza, durata quattro ore, la pm Baccaglini ha depositato anche nuove carte dell’inchiesta; tra queste, il documento integrale di un colloquio intercettato tra Boraso e Ormenese durante un loro incontro nella sede dell’Ive.

Oggi ci sarà un altro passaggio politico importante, con il consiglio comunale straordinario, a Mestre, al quale prenderà parte il sindaco Brugnaro, deciso a non mollare nonostante l’iscrizione nel registro degli indagati. I Verdi: «Ogni giorno in più con Brugnaro sindaco è un giorno sprecato per fare a Venezia un profondo esame di coscienza, non solo sugli ultimi dieci anni vissuti dalla città simbolo del Veneto, con un progressivo cannibalismo delle sue bellezze, del suo tessuto abitativo e urbano sacrificati al turismo selvaggio appena mitigato da tornelli che assomigliano a specchietti per le allodole».