Il Dipartimento di Giustizia americano ha fatto causa allo Stato della Georgia per le leggi restrittive sul diritto di voto da poco approvate dai repubblicani locali. Il passo è una mossa importante dell’amministrazione Biden: è la prima volta che la questione delle limitazioni del diritto al voto per le minoranze viene affrontata direttamente senza più giocare di fioretto.

La causa è stata annunciata dal procuratore generale Merrick Garland ed è tra le azioni esecutive di più alto profilo avviate ai sensi del Voting Rights Act, da quando, nel 2013, la Corte Suprema aveva annullato il cavillo legale che consentiva al Dipartimento di Giustizia di impedire agli Stati di approvare leggi considerate come facilitanti la discriminazione degli elettori.

La causa mostra che il Dipartimento di Giustizia sotto l’amministrazione Biden, e con la guida di Garland, intende utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per combattere in modo aggressivo le azioni locali che vedono gli elettori appartenenti alle minoranze come potenzialmente privi di diritti.

A inizio giugno Garland si era impegnato a rendere il diritti di voto una priorità assoluta, raddoppiando il numero di personale preposto alla sua tutela. La causa arriva pochi giorni dopo che i repubblicani del Congresso avevano bloccato un’ambiziosa legge federale incentrata proprio su questo tema, infliggendo un duro colpo agli sforzi dei democratici per preservare i diritti di voto degli afroamericani.

“La nostra denuncia sostiene che le recenti modifiche alle leggi elettorali della Georgia siano state promulgate con lo scopo di negare o ridurre il diritto dei georgiani neri di votare a causa della loro razza o colore – ha detto Garland ai giornalisti – e questa è una violazione della Sezione Due del Voting Rights Act”.

Il governatore super repubblicano della Georgia Brian Kemp a marzo aveva firmato la revisione della legge elettorale dello Stato, una legge orwellianamente chiamata Georgia’s Election Integrity Act, Legge sull’integrità delle elezioni della Georgia, includendo misure volte a ridurre il periodo di tempo necessario per richiedere di utilizzare il voto per corrispondenza, limitare la presenza di cassette postali, imporre nuovi requisiti di identificazione e dare più poteri di controllo e decisionali ai politici locali che in questo modo avrebbero potuto fare le regole a proprio beneficio. Le misure erano destinate a colpire le giurisdizioni fortemente democratiche e gli elettori neri e ispanici.