Era stato perentorio il capo di stato maggiore Herzi Halevi. «Indagheremo a fondo. I gravi eventi illegali a Huwara saranno oggetto di un’indagine approfondita», aveva assicurato due giorni fa. Parole che facevano pensare a una campagna di arresti e detenzioni in Cisgiordania fra i coloni israeliani responsabili domenica scorsa del raid punitivo più violento e distruttivo – un palestinese ucciso e decine feriti, oltre trenta abitazioni e decine di automobili date alle fiamme – compiuto dai settler in un centro abitato palestinese negli ultimi decenni. Per una indagine accurata ha spinto, sia pure in modo soft, anche l’Amministrazione Biden che ha inviato Hady Amr, il rappresentante speciale per gli affari palestinesi, ad Huwara dove ha incontrato le famiglie rimaste senza casa e i parenti dell’ucciso. Proprio in questi giorni il Dipartimento di Stato Usa ha reso pubblico il rapporto sul terrorismo del 2021 che mette in guardia sull’aumento della violenza dei coloni israeliani – 426 attacchi a danno di palestinesi con tre uccisi – in cui si legge che «Il personale di sicurezza israeliano spesso non ha impedito gli attacchi dei coloni e raramente ha arrestato o incriminato gli autori delle violenze». Ed è andata così anche questa volta.

Tutti i coloni arrestati – durante la terribile rappresaglia di domenica a Huwara in Cisgiordania – sono stati rilasciati. A quanto si è saputo alcuni di loro risiedono negli insediamenti di Itamar, Elon Moreh, Har Bracha e Yitzhar. Il portavoce della polizia israeliana Dean Elsdunne ha comunicato che degli otto coinvolti negli attacchi ai palestinesi, sei sono stati rilasciati lunedì mattina e gli altri due sono tornati a casa ieri. Elsdunne ha anche affermato che la polizia non ha alcuna informazione sul possibile coinvolgimento di suoi agenti nell’uccisione, sempre domenica, del palestinese Sameh Aqtash, 37 anni di Zaatara, vicino Huwara. La famiglia della vittima sostiene che a sparare non sono stati i coloni ma forze israeliane. La liberazione degli arrestati per violenze contro i palestinesi in Cisgiordania è molto frequente – lo denunciano le ong israeliane per i diritti umani – ma in questo caso è avvenuta nonostante le aggressioni subite anche da soldati israeliani, denunciate dall’esercito.

Non vengono liberati invece i palestinesi che ogni notte sono arrestati dalle forze israeliane. Centinaia dall’inizio dell’anno, in gran parte finiranno per almeno sei mesi (rinnovabili) in «detenzione amministrativa», una forma di custodia cautelare speciale, senza processo, quindi simile a quella praticata dalle autorità egiziane nei confronti di Patrick Zaky. Intanto prosegue la caccia all’uomo dell’esercito – che ha inviato in Cisgiordania altri quattro battaglioni di fanteria – nei confronti dei palestinesi che domenica hanno ucciso alle porte di Huwara due coloni, i fratelli Yaniv, e lunedì un israeliano con cittadinanza statunitense nei pressi di Gerico.