I risultati delle elezioni del 15 maggio arrivano in un momento estremamente delicato per il Libano. Il paese è una repubblica parlamentare unicamerale in cui il parlamento è eletto secondo una ratio confessionale: metà deve essere cristiana, l’altra musulmana, il presidente un cristiano maronita, il primo ministro un sunnita e il portavoce uno sciita. Il sistema è proporzionale e dovrebbe rappresentare equamente le comunità, ma l’ultimo censimento risale al 1932. NELLE CIRCOSCRIZIONI è però possibile votare anche candidati di altre comunità religiose. Un sistema complesso dunque, cucito su misura dei gruppi di potere che tengono in ostaggio il paese e...