Nelle ultime ore radio e giornali di importanza nazionale hanno dato voce a Francesco Polacchi, in qualità di responsabile della casa editrice Altaforte. Polacchi, coordinatore regionale per la Lombardia del partito di Casapound, ha rivendicato il patrimonio storico e simbolico della sua area politica su Radio 24 ai microfoni de La Zanzara: «Sì sono fascista», «Mussolini è stato il miglior statista italiano». In un’intervista al Corriere della Sera, invece, ha preferito fare appello a Voltaire e alla libertà di espressione, accusando la «sinistra» di aizzare una caccia alle streghe, minacciare i membri della casa editrice e stilare liste di proscrizione.
Non è la prima volta che l’esponente di estrema destra finisce sulle pagine dei giornali. Nell’agosto del 2007 è arrestato a Porto Rotondo, in Sardegna, e imputato di tentato omicidio. L’accusa è aver accoltellato all’addome Stefano Moretti, 35enne originario di Sassari, nel corso di un’aggressione realizzata all’esterno della discoteca Mantra insieme ad altre 10 persone.
Appena due anni dopo Polacchi è immortalato in uno scatto diventato celebre. È il 28 ottobre 2018 e si trova in piazza Navona. Camicia aperta, sguardo concentrato e bastone in mano nascosto da un tricolore. Davanti ha un corteo antifascista partito dalle facoltà occupate dal movimento dell’Onda dopo che si è diffusa la notizia che militanti di Casapound e Blocco Studentesco sono entrati nella manifestazione degli studenti medi facendosi largo a colpi di cinta. Quando le forze dell’ordine intervengono per mettere fine agli scontri tra le due parti, alcuni antifascisti sono arrestati, mentre un funzionario della digos si rivolge in tono familiare a Polacchi. Lo chiama per nome e lo invita a spostarsi. Lui risponde: «Questi sono i miei ragazzi. La conoscete la prassi».
Nei giorni seguenti alcuni giornalisti che tentano di fare chiarezza sulle violenze contro gli studenti vengono minacciati. Tra loro Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto?, che oltre a telefonate minatorie subisce un blitz nella sede Rai di via Teulada da parte di una quarantina di uomini a volto coperto. Casapound rivendica l’azione parlando di «liste di proscrizione» contro i suoi militanti.
Il 13 aprile 2010, invece, un gruppo di neofascisti se la prende con alcuni ragazzi del centro sociale Acrobax che stanno attacchinando nel quartiere romano di San Paolo, nei pressi dell’università Roma 3. Gli estremisti di destra, però, hanno la peggio. Polacchi finisce in ospedale con un braccio rotto e ferite al volto.
Dopo una lunga assenza dalla scena, ricompare alla testa di 20 teste rasate a Palazzo Marino, sede del comune di Milano. È il 30 giugno 2017, fuori è in corso un presidio della rete «Nessuna persona è illegale» che ha fatto entrare una delegazione. I militanti della tartaruga aggrediscono le donne e gli uomini che la compongono. Un 70enne finisce in ospedale. Polacchi viene rinviato nuovamente a giudizio con l’accusa di lesioni.