Non sarà facile per Marine Le Pen continuare a far finta di niente di fronte agli scandali finanziari di cui è sospettata. Ieri, la commissione affari giudiziari del Parlamento europeo ha risposto alla domanda di levare l’immunità parlamentare della candidata, presentata dai giudici francesi che indagano sui collaboratori della parlamentare europea, pagati con i soldi dell’odiata Bruxelles ma che in realtà lavoravano esclusivamente per il Fronte nazionale. L’Europarlamento afferma di avere l’intenzione di convocare Marine Le Pen alla «prima data possibile in maggio». La candidata di estrema destra potrebbe così dover rispondere tra i due turni delle elezioni presidenziali alla prima convocazione, di fronte alla commissione affari giuridici, che sarà seguita da un secondo appuntamento, per una decisione definitiva, in seduta plenaria.

Le Pen si è rifiutata, a febbraio, di andare alla convocazione della polizia e, a marzo, a quella dei giudici istruttori che indagano sullo scandalo degli impieghi fittizi al Parlamento europeo con vero salario dell’istituzione europea, una pratica molto diffusa nell’estrema destra.

Mentre i sondaggi continuano ad alimentare un clima ansiogeno, con 4 candidati che si contendono i due posti del ballottaggio (Macron, Le Pen, Mélenchon e Fillon), a una settimana dal primo turno le violenze verbali abbondano. Fillon potrebbe perdere definitivamente terreno a causa del ridicolo che si aggiunge agli scandali del lavoro fittizio dei famigliari: la polizia sospetta che il candidato Républicain, che aveva assicurato di aver restituito i vestiti di lusso offerti da un avvocato affarista, abbia in realtà dato indietro due completi giacca e pantalone vecchi e di qualità scadente, che nulla hanno a che vedere con quelli del sarto Arnys pagati dal suo benefattore.