In questi giorni sentiamo spesso ripetere che la guerra civile in Sudan è caratterizzata da un forte coinvolgimento della compagnia di mercenari russa Wagner. Ma quanto c’è di vero in tale affermazione e quali sono gli interessi russi nell’area?
Le questioni principali sono due: la presenza della Wagner e la base di Port Sudan. Mosca cerca da anni di ottenere i diritti di base a Port Sudan per costruire un’infrastruttura commerciale e una darsena per un distaccamento della sua marina militare. Port Sudan si trova sul Mar Rosso, al centro della lunga costa sudanese, in posizione strategica rispetto alla tratta che dal Corno d’Africa conduce allo stretto di Suez e potrebbe dare al Cremlino un’importante presenza navale in questa zona e, per estensione, nell’Oceano Indiano. Durante una visita alla capitale sudanese Khartoum lo scorso febbraio, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha discusso della base con i leader sudanesi e ha espresso la volontà del suo Paese di completare il progetto entro la fine del 2023, stando a quanto si apprende da uno dei leak di intelligence statunitensi apparsi in rete tramite la piattaforma Discord. Tuttavia, oltre alle indiscrezioni, il rapporto tra il Sudan e la Russia è abbastanza solido e in costante ascesa.

In un’intervista rilasciata al Washington Post, Suliman Baldo, fondatore di Sudan Transparency and Policy Tracker, ha dichiarato che i mercenari della Wagner sono presenti in Sudan dal 2017 per fornire addestramento militare alle forze locali. I servizi della compagnia sono stati offerti sia all’esercito regolare guidato da Al-Burhan, sia alle Forze di supporto rapido (Rsf) di Mohamed Hamdan Dagalo detto Hemedti, a quel tempo alleate. Oltre agli aspetti commerciali, soprattutto nel ramo delle estrazioni aurifere e del commercio illegale di armi, la Wagner avrebbe funzionato come testa di ponte tra il Cremlino e i governi golpisti del Sudan per perorare gli interessi russi. Anche perché, nell’area, la compagnia di Evgenij Prigozhin ha un ruolo molto importante anche in Libia, dove è alleata del generale Khalifa Haftar, tra i protagonisti del caos scoppiato nel Paese dopo la deposizione violenta di Gheddafi. E, per chiudere il cerchio, si ritiene che Haftar ed Hemedti abbiano collaborato assiduamente negli ultimi anni, spesso utilizzando proprio il tramite della Wagner. Quindi la Russia al momento propenderebbe per l’Rsf.

Tuttavia, il Cremlino teme che l’instabilità nel Paese possa far arenare il progetto della base di Port Sudan e, infatti, si chiede chi appoggiare. Al momento l’Rsf appare militarmente più debole e una sua sconfitta potrebbe precludere ai russi la possibilità di allargare la propria influenza in Africa.