Olimpiadi ed eventi sportivi continuano ad avere come sponsor le multinazionali delle bibite e le catene di fast-food. Ma al tempo stesso, si fa strada l’educazione alimentare. Nelle scuole e non solo, si tratta di costruire la capacità delle persone di riconoscere i cibi sani e saper preparare pasti gustosi e anche resistere alle sirene degli alimenti non nutrienti o malsani. Meglio iniziare da piccoli.

EDUCAZIONE E ALIMENTAZIONE, peraltro, si collegano in modo diverso a seconda delle situazioni. Nei paesi dove l’insicurezza alimentare colpisce e la sotto nutrizione è la norma, a scuola viene prima l’offerta di cibo: un piatto assicurato; e quando possibile gli orti scolastici come contributo alle diete diversificate e alla promozione di abitudini salutari. Questi interventi sono quasi un presupposto per l’educazione: sia perché attirano bambini a scuola, sia perché nutrono corpi e neuroni. Su questo insiste la Coalizione mondiale per le mense scolastiche.

IN AFGHANISTAN, ad esempio, come in altri paesi colpiti da estrema povertà, conflitti e avversità naturali, le mense sono oltretutto un aiuto economico anche alla comunità, i cui membri producono gli alimenti acquistati dalla scuola. In Madagascar, dove un bambino su due è sotto-nutrito, e il 75% degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, in alcuni progetti gli insegnanti trasmettono anche i principi di un cibo sano, nutriente, accessibile e adatto alle abitudini locali. Peraltro, in alcune regioni africane non sono più rarissimi i minori in sovrappeso.

INDIA, TAMIL NADU: come spiega Maria Pia Macchi, antropologa, esperta in etno-botanica e presidente dell’associazione italiana Magia verde (specializzata in programmi nutrizionali e nell’accesso alle cure naturali con progetti in India, Guatemala e Italia), «a livello delle scuole statali non si fa educazione alimentare. La facciamo noi nei doposcuola attivati in 5 villaggi del distretto di Tenkashi, con centinaia di bambini e bambine delle scuole primarie e medie. Durante le vacanze estive e invernali organizziamo anche corsi nei quali una dottoressa laureata in Ayurveda, una botanica e il segretario di Vivekananda Kendra Rural Development Program, associazione che è nostra partner, spiegano i principi di un’alimentazione sana e vegetariana con prodotti locali di stagione.

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E LE MENSE NELLE SCUOLE? Prosegue Maria Pia Macchi: «Ovviamente il pranzo è garantito dalle istituzioni, ma in genere il cibo è scadente, riso raffinato eccettera. Invece, negli asili nido, che sono seguiti da Vivekananda Kendra il cibo è ottimo. Un esempio: al posto del tè forte e zuccherato – che viene dato usualmente dalle famiglie anche ai bambini piccoli – come bevanda per la merenda si offre il malto di cereali e legumi germogliati, preparato da un gruppo di autoaiuto di donne. Ai biscotti si sostituiscono fagioli mung germogliati, uno dei cibi suggeriti da Gandhi per la lotta alla malnutrizione. Speriamo che acquisendo buone abitudini sin da piccoli, poi le mantengano».

IL CIBO DI CATTIVA QUALITÀ prende piede anche presso i poveri, conclude l’antropologa: «Sempre più spesso le famiglie acquistano a poco prezzo cibi confezionati di bassa qualità, con gravi problemi per l’eccesso di zucchero e olio scadente. I casi di diabete sono purtroppo frequenti. C’è anche il rischio degli allevamenti intensivi di polli. I bassi costi invogliano la gente ad abbandonare la sana ed ecosostenibile dieta vegetariana. Per rendere più efficaci le campagne di sensibilizzazione su tutela ambientale e alimentazione in scuole e villaggi, Magia verde ha utilizzato negli anni anche il teatro di strada, realizzato da alcuni insegnanti con la partecipazione degli stessi allievi, con canzoni scritte insieme in cui si enfatizza il pericolo del cibo spazzatura e delle bibite e l’importanza delle buone erbe spontanee e della frutta. Distribuiamo piantine utili, della cui coltivazione bambini e bambine sono orgogliosi di occuparsi».

IN MESSICO È ORMAI UNA MATERIA scolastica, l’alfabetizzazione in tema di salute, a partire dal cibo. Dal 2020, Vida saludable fa parte del nuovo programma di studi per l’educazione di base. Il fatto è che dal 2000 al 2020 c’era stata una riduzione della percentuale di bambini sottopeso, ma in compenso quella di bambini in sovrappeso od obesi fra i 5 e gli 11 anni era schizzata al 38,2%. Vida saludable riguarda gli allievi fra i 6 e i 15 anni, in 32 stati messicani. I tre assi tematici? Alimentazione, attività fisica, igiene. I risultati arriveranno? Naturalmente nel paese sono vietate le macchine del junk food a scuola, le bibite industriali sono tassate e i cibi ultratrasformati sono soggetti a restrizioni sulla pubblicità. Quanto a Cuba, Slow Food contribuisce a una «educazione alimentare volta a configurare sistemi alimentari sostenibili, resilienti, sovrani» nel rispetto anche delle colture tradizionali.

E NEL NORD? DAL 2005, IN FRANCIA, l’éducation nutritionnelle à l’école «comprende al tempo stesso alimentazione e attività fisica come fattori di benessere e salute, contro il rischio delle patologie più diffuse» (si legge sul sito del ministero dell’educazione nazionale). Il Codice dell’educazione prevede che a scuola si dispensino informazione ed educazione alimentare anche contro lo spreco, nel quadro del Programma nazionale nutrizione e salute (Pnss). Perché «le buone abitudini si acquisiscono nell’infanzia». Nelle scuole sono bandite le macchinette dispensatrici di dolciumi e bibite gassate.

E’ IN SOVRAPPESO IL 26% DEGLI ALLIEVI delle scuole francesi fra gli 11 e i 12 anni. Dal 2006 il Regno unito segue lo stesso cammino: mettendo al bando quasi tutti i prodotti, nelle macchinette, nelle caffetterie e nei negozietti interni, per evitare che tentazioni tutto intorno annullino l’effetto dei nuovi standard salutari introdotti nelle mense scolastiche. Sono ammessi solo frutta a guscio, semi e succhi. Anche negli Usa alcuni stati hanno deliberato in materia.