L’aviazione nigeriana ha colpito ancora. E duramente. Per imperizia umana o per un sistema di intelligenza artificiale giunto a conclusioni errate, o entrambe le cose. Un altro errore, l’ultimo di un lunga serie e il più grave per numero di vittime innocenti provocate. Si è verificato domenica nello stato di Kaduna. Un drone che aveva come bersaglio «gruppi di terroristi e banditi che infestano la zona» ha scaricato il suo carico di morte sul villaggio di Tudun Biri. In un giorno di festa, con la comunità locale riunita per celebrare la ricorrenza della nascita del profeta (Maulud). 85 i corpi senza vita già recuperati, ma secondo operatori locali di Amnesty International i morti sarebbero almeno 120. Molti i bambini. Decine i feriti.

Ieri, mentre si scavava ancora in cerca dei dispersi, il capo di stato maggiore generale Taoreed Lagbaja è andato sul posto a offrire le sue condoglianze alla popolazione, ma è potuto entrare nel villaggio solo dopo un lungo negoziato che ha coinvolto il vicegovernatore dello stato Hadiza Balarabe e i leader religiosi locali.

Inizialmente l’esercito aveva provato a negare l’evidenza, sostenendo che anche i vari gruppi armati (il riferimento è alle formazioni jihadiste e ai gruppi genericamente definiti «banditi» per disposizione del governo centrale) potrebbero disporre di droni. Non ci ha creduto nessuno.

Un abitante del villaggio ha raccontato a Punch che il drone ha colpito due volte: «Dopo la prima bomba è tornato indietro e ne ha sganciata una seconda, facendo strage di chi cercava di dare aiuto. Ci sono molte donne e bambini tra le vittime. Solo la mia famiglia ha perso 34 persone».

Il generale Lagbaja ha promesso un’inchiesta, come ha fatto del resto il presidente nigeriano Bola Tinubu. «Per evitare che si ripeti – ha aggiunto – andranno identificati errori e carenze sia nelle variabili umane che in quelle dell’intelligenza artificiale». Variabili stragiste.

L’esercito nigeriano utilizza sistematicamente l’aviazione per combattere i gruppi armati attivi nel nord-ovest del Paese. E questa è la 15esima strage di civili compiuta «per errore» dal 2014 a oggi.