L’attentato con il camion sulla Promenade des Anglais a Nizza, il giorno della festa nazionale del 14 luglio, è stato “premeditato” e “preparato” nei giorni o settimane precedenti, anche se per il momento non ci sono prove di un’affiliazione a Daech da parte di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel. Dalle analisi del telefonino e del computer di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel e da alcune testimonianze tra le sei persone ancora in stato di fermo (la moglie è stata rilasciata) risultano elementi di auto-radicalizzazione recente. “Un interesse sicuro e recente” per l’islamismo radicale è provato dalle ricerche su Internet e da alcuni testimoni. L’attacco di Nizza è “un atto terroristico, secondo le leggi francesi”. E’ il Procuratore della Repubblica François Molins ad affermarlo, dopo aver comunicato gli ultimi elementi dell’inchiesta in corso.

Il “carattere premeditato” dell’attacco è “stabilito”. Lahouaiej-Bouhlel aveva affittato il camion frigorifero il 4 luglio, l’ha recuperato alle 8,30 l’11 e avrebbe dovuto restituirlo il 13. Ci sono prove della video-sorveglianza di Nizza (una delle città francesi con più telecamere) che testimoniano che il terrorista si è recato più volte sulla Promenade per fare dei sopralluoghi, si è persino scattato vari selfies sul posto anche il giorno dell’attacco, l’ultimo alle 19,25. Con il camion aveva provato il percorso, andata e ritorno, l’ultima volta la vigilia dell’attentato, alle ore 22. Nell’analisi del computer, è stato trovato l’indirizzo di un’armeria di Nizza.

Ci sono varie fotografia, tra computer e telefonino che rimandano a azioni violente, anche la prima pagina di un’edizione di Nice Matin che riporta l’episodio di un’auto che è stata lanciata volontariamente sui tavolini all’esterno di un ristorante. Dal 2014, Lahouaiej-Bouhlel guardava quasi quotidianamente dei video su Internet che riguardavano il Corano o canti religiosi usati dalla propaganda dell’Is. Le sue ricerche su Internet testimoniano che si era interessato alle azioni terroristiche di Orlando, Dallas e Magnanville (due poliziotti uccisi a giugno in casa da un attentatore con il coltello). Guardava cadaveri, decapitazioni della propaganda dell’Is, cercava la saga di Ben Laden e di Mokhtar Ben-Mokhtar. Ultimamente, ha detto un testimone, si era fatto crescere la barba, “un significato religioso”. Avrebbe anche affermato: “non capisco perché l’Is non possa pretendere ad avere un territorio”. Ma altri testimoni raccontano un altro uomo, prima della svolta radicale: droga, alcol, “vita sessuale sregolata”, mangiava maiale. Questa rapida radicalizzazione apre prospettive inquietanti, perché mostra che non è più necessario andare in Siria per diventare estremisti o stabilire lunghi legami con ambienti jihadisti, ma basta la propaganda reperita su Internet, quando è recepita da qualcuno dal carattere instabile o debole. Gli attentati ormai possono venire organizzati in loco, senza che siano ordinati dalla Siria.

I primi elementi dell’inchiesta rivelano che il terrorista aveva bisogno di soldi negli ultimi giorni. Ha tentato di ottenere un prestito al consumo, che gli è stato rifiutato il 21 giugno. Ha cercato di ritirare mille euro da uno sportello automatico, ma è riuscito solo ad averne 550. La viglia dell’attacco, il 13, aveva venduto l’auto (ma ne aveva subito affittata un’altra). Sei persone sono ancora in stato di fermo, sospettati di essere dei contatti con la nebulosa jihadista e di aver fornito un aiuto logistico. Tra essi, c’è il destinatario dell’ultimo sms inviato da Lahouaiej-Bouhlel alle 22,27, dove il terrorista faceva riferimento all’ “acquisizione di pistole”.

Il Procuratore Molins ha precisato gli ultimi dati sulle vittime: i morti sono 84, 71 sono stati formalmente identificati, e l’operazione va avanti con celerità, ma l’operazione è complessa, con le ricerche di Dna, a causa dello stato delle vittime travolte dal camion. Sono già stati dati 52 permessi di inumazione, i primi corpi sono stati restituiti alle famiglie ieri mattina. 74 feriti sono ancora in ospedale, di cui 28 in rianimazione, 19 tra la vita e la morte. Sei italiani risultano ancora dispersi.