Nato a Madrid nel 1963, Antonio Orejudo appartiene a una generazione di scrittori che si sono mossi in ordine sparso, evitando di aderire a teorie e poetiche più o meno omogenee, sottraendosi tanto al realismo sociale del dopoguerra quanto allo sperimentalismo più audace. Tra tutti, Orejudo è quello che più sembra rifarsi a una grande tradizione letteraria che conosce a fondo (insegna letteratura spagnola all’Università di Almeria), rivisitata a partire da un’eccezionale abilità nella costruzione di strutture narrative complesse e da un senso dell’umorismo quasi grottesco e relativamente infrequente nel panorama della narrativa spagnola contemporanea, sia pure con felici eccezioni...