A tre anni di distanza dalla sua abrogazione, in parlamento si torna a parlare di «articolo 18». Cancellato da Renzi col suo Jobs act – che arrivò dove perfino Berlusconi decidette di fermarsi – «la reintegra sul posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa» potrebbe tornare legge grazie alla prima proposta portata avanti unitariamente a sinistra da chi punta a costruire la lista unitaria.

La proposta di Mdp e Sinistra Italiana è in discussione in commissione Lavoro alla Camera – entro martedì dovranno essere presentati gli emendamenti – e il 20 novembre arriverà in aula con la concreta possibilità di dare un vero schiaffo di fine legislatura al renzismo. Sulle speranze di approvazione però ieri è arrivata una (parziale) doccia fredda dal M5s – sempre contrario all’abolizione – che in una arzigogolata posizione pubblicata sul blog di Beppe Grillo ha accusato di «demagogia» la proposta della sinistra, proponendo comunque di tornare al testo dello Statuto dei lavoratori.

SFRUTTANDO LA POSSIBILITÀ data dai regolamenti parlamentari alle opposizioni di calendarizzare un provvedimento al trimestre, Mdp e Sinistra Italiana hanno unito le forze per «andare a stanare il Pd».
Il primo firmatario del provvedimento è Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp alla Camera.

«Se il M5S vuole darci una mano a restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori voti la nostra proposta altrimenti dimostra di essere solo una delle declinazioni della destra. Forse Grillo sente mancare la terra sotto i piedi perché oggi c’è chi come noi vuole rimettere seriamente il lavoro al centro dell’agenda politica».

Cauto ottimismo sulla possibilità che anche dal Pd arrivino voti favorevoli. «Se non ci saranno trappole in commissione e in aula sono sicuro che molti parlamentari del Pd non potranno non essere d’accordo», spiega facendo riferimento al documento della minoranza orlandiana reso pubblico ieri.

NON MENO IMPORTANTE dell’aspetto politico è quello di merito. L’abolizione dell’articolo 18 – già alquanto depotenziato dalla riforma Fornero del 2013 – ha prodotto un vero boom di licenziamenti ingiustificati: sono passati da 32mila a 50mila all’anno e l’aumento si è concetrato quasi esclusivamente nelle aziende sopra i 15 dipendenti, quelle in cui vigeva la reintegra voluta nello Statuto dei lavoratori del 1970.

«Ci muoviamo nel solco tracciato dalla Carta dei diritti universali della Cgil – spiega Giorgio Airaudo, il primo a presentare la proposta di legge il 31 luglio – a cui abbiamo aggiunto due elementi che riteniamo importanti. Il primo è la retroattività della norma che eviterà che ci siano differenziazioni fra lavoratori; il secondo riguarda la reintroduzione del «gratuito patrocinio», lo strumento creato per riequilibrare lo squilibrio fra datore e dipendente nelle cause giudiziare che consentiva ai lavoratori di potersi pagare le spese legali. Oggi chi, come il senatore Ichino, sbandiera i dati sul crollo dei contenziosi fa un’operazione intellettualmetne scorretta perché sa benissimo che i lavoratori non fanno più causa perché costa troppo: a Torino se perdi una causa di lavoro devi pagare anche 5mila euro, 10mila con l’appello».

PROPRIO SUL MERITO della proposta è arrivata però una bocciatura da parte del M5s, seppur favorevoli al ritorno dell’articolo 18. In un posto pubblicato sul sito di Beppe Grillo si parla di «una sorta di grande copia-incolla della disposizione presentata dalla Cgil qualche mese fa. In pratica si propone di introdurre la sanzione della reintegrazione anche per le aziende con meno di 15 dipendenti. Sembra bellissimo e invece no – scrive il deputato M5s della commissione Lavoro Davide Tripiedi – . Per quelli che si dicono della sinistra, però il problema è il numero dei dipendenti in azienda. Ebbene la verità è che la questione non è questa ma la reintroduzione delle norme previgenti al 2012 e al 2015. Si deve ritornare al vecchio articolo 18 perché é questo che proponiamo da sempre e che proporremo con un nostro emendamento in sede di esame», conclude Tripiedi.

«Invece di distinguersi – risponde Giorgio Airaudo – il M5s stia dalla nostra parte: la priorità è il ripristino della reintegra, sul come siamo disposti a discutere. Sull’accusa di demagogia però noto che più si avvicinano le elezioni e la possibilità che il M5s vada al governo e più li sento acccusare gli altri di demagogia: non vorrei sia una tattica per non cambiare niente».