Beijing Kunlun Tech Co Ltd, azienda cinese proprietaria dell’app di incontri Grindr, nonché colosso del settore dei giochi on line, avrebbe avviato colloqui con le autorità americane a seguito della decisione di vendere la popolare applicazione.

Una scelta che arriva dopo un pressing piuttosto insistente e in corso da settimane da parte del Cfius (Committee on Foreign Investment in the United States), organo governativo americano preposto a controllare possibili rischi per la sicurezza nazionale.

Secondo una nota dell’azienda cinese, «al momento siamo in trattative. Non abbiamo raggiunto alcun accordo con il Cfius e divulgheremo qualsiasi sviluppo futuro». Si tratta di un caso particolare: il Cfius proverebbe così ad annullare un’acquisizione di alto profilo già effettuata. Come segnalato da Reuters, «Kunlun ha rilevato Grindr attraverso due accordi separati tra il 2016 e il 2018 senza presentare l’acquisizione per la revisione del Cfius».

L’organo di controllo americano non avrebbe ufficializzato i motivi dei suoi sospetti verso l’azienda cinese, ma l’enorme massa di dati sensibili gestiti dall’app avrebbe allertato le autorità Usa, anche se la mossa sembra essere strettamente collegata alle negoziazioni in corso con la Cina per un compromesso sui dazi. Reuters ha riportato le preoccupazioni delle associazioni che si occupano di privacy negli Usa, con particolare riferimento ai senatori Markey e Blumenthal, autori di una lettera nella quale chiedevano conto a Grindr «su come l’app avrebbe protetto la privacy degli utenti sotto il suo proprietario cinese».

Kunlun è una delle più grandi aziende di giochi on line della Cina, molto attiva sui mercati internazionali: nel 2016 per 600 milioni di dollari aveva acquistato, in consorzio con altre società, la norvegese Opera.