Un piano di investimenti per il Mezzogiorno e stop all’autonomia differenziata. Sono le richieste di fondo avanzate dai sindacati (Cgil e l’Unione sindacale di base, Usb, in particolare) in un nuovo incontro tenuto ieri con il governo Conte a palazzo Chigi insieme a Cisl, Uil e trenta sigle, tra le quali l’Alleanze delle cooperative o Coldiretti. È una tappa intermedia nel tour estivo dei «workshop» proposti alle parti sociali dal premier Conte e dal vice Cinque Stelle Di Maio. Il prossimo è previsto il 5 agosto su «lavoro e welfare». Il sei e il sette dovrebbe esserci un tavolo al Viminale, dove Salvini esporrà l’agenda del suo governo (flat tax & co.) in vista della legge di bilancio. Sempre che sarà questo governo a più teste a realizzarla.

Nell’attesa di comporre l’incomponibile, ieri i sindacati hanno esposto le loro proposte e non hanno raccolto nulla dal governo. «Di progetti non ce ne sono stati illustrati – ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini – Ci hanno detto che stanno raccogliendo le proposte e che ci presenteranno un piano di interventi a inizio settembre. È stato indicato anche il problema di una banca del Mezzogiorno, che era un modo per rispondere a una nostra richiesta di avere un’Agenzia nazionale per lo sviluppo e di mettere assieme i vari soggetti che oggi operano, a partire da Cassa depositi e prestiti e non solo». Una proposta di banca per gli investimenti fa parte dell’agenda gialloverde, ma al momento dal Tesoro hanno fatto sapere che non c’è niente sul tavolo, se ne parlerà in autunno. Forse. «Risorse vere» e un «monitoraggio costante» ha chiesto Annamaria Furlan (Cisl), mentre Carmelo Barbagallo (Uil) ha detto che serve una «Cassa del Mezzogiorno 4.0», «uno strumento non corruttivo». Il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha detto che sta lavorando a una revisione del bonus assunzioni al Sud, per mantenere la decontribuzione anche dopo il 2020. Conte ha detto che parlerà del «rilancio del Sud» con la presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen in visita il 2 agosto a Roma.

Il passaggio più interessante di una giornata rituale è stato l’attacco di Cgil e Usb all’autonomia differenziata, un modo per introdursi nella dialettica che sta facendo implodere il governo. «Bisogna bloccarla – ha detto Landini – Questo Paese è già abbastanza diviso, non c’è bisogno di dividerlo ulteriormente. Abbiamo detto con molta chiarezza che se si deve competere con l’Asia, con la Cina, con gli Stati Uniti, raccontare le balle che ognuno si può chiudere nel suo condominio, nella sua provincia e nella sua regione, vuol dire raccontare delle bugie».

«Non vogliamo una nazione dove la qualità si sanità, istruzione, trasporti, lavoro, previdenza sia direttamente proporzionale al reddito complessivo dell’area di residenza, come è invece nei piani dei leghisti del lombardo-veneto» ha commentato Usb.