L’articolo del New York Times magazine precipita come una doccia gelata sulla mossa ferragostana del governo Gentiloni di rinviare al Cairo l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini, rimasto in stand by a Roma dal maggio 2016, quando prese il posto di Maurizio Massari, in attesa della «verità vera» sull’omicidio di Giulio Regeni. Il tentativo di far passare la decisione come contropartita degli «ultimi sviluppi investigativi» condivisi dal procuratore capo egiziano Nabil Sadek con l’omologo romano Giuseppe Pignatone – diligentemente accolto da molti organi di stampa, malgrado il comunicato a dir poco tiepido della procura di Roma – è improvvisamente diventato carta straccia....