Il 6 febbraio due militanti neonazisti sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver progettato una serie di attentati alla rete di approvvigionamento elettrico di Baltimora. Brandon Russell, di 17 anni, leader del gruppo neonazi Atomwaffe e Sarah Clendaniel, la sua compagna di 34 anni, rischiano fino a 20 anni di reclusione per tentato sabotaggio di una serie di sottostazioni che avrebbero tagliato la luce alla metropoli americana, potenzialmente per settimane. È l’ultimo caso che conferma l’emergere di un’area di estrema destra sempre più  paramilitarmente attiva. Negli ultimi mesi in particolare si sono intensificati gli attacchi terroristi a centrali elettriche. Solo a dicembre e novembre dello scorso anno sono stati più di una ventina i misteriosi sabotaggi di centrali regionali di distribuzione di energia. Il 3 dicembre una di queste ha messo fuori uso due sottostazioni nella provincia rurale di Moore County, in North Carolina, lasciando più di 40000 utenti senza luce per diversi giorni.

Il giorno di Natale, sull’altra costa, ignoti hanno distrutto cabine elettriche a colpi di fucile automatico in quattro sottostazioni rurali a Pierce County, nei pressi di Tacoma, Washington. Anche qui il danno è stato ingente e le riparazioni laboriose, riportando l’attenzione sulla vulnerabilità di una infrastruttura pressoché impossibile da difendere (anche se in alcune località sono state installate speciali strutture corazzate pe difendere i trasformatori.) Gli attentati hanno anche evidenziato quanto sia facile provocare la paralisi economica di intere regioni colpendo relativamente pochi punti nevralgici.

La pratica è da tempo teorizzata in manuali ed opuscoli riconducibili in particolare alle fazioni cosiddette “accelerazioniste”, che promuovono il degrado dell’ordine sociale per innescare disordini su grande scala e la race war, un conflitto armato fra le razze. La strategia, spesso teorizzata su gruppi chat variamente suprematisti e neonazisti di matrice razzista, si ispira ai  Turner Diaries: un romanzo fantapolitico autopubblicato nel 1978 dal nazionalista bianco  William Luther Pierce, la cui trama immagina il medesimo scenario e si conclude col genocidio di ebrei e minoranze etniche  e la fondazione di una nazione ariana americana. Il testo ha trovato fertile terreno nella vocazione apocalittica diffusa nella destra estremista americana e negli ambienti integralisti religiosi che spesso vi si sovrappongono. La stessa paranoia da resa finale dei conti è stata sfruttata da movimenti nazionalpopulisti nella Russia di Putin e in Brasile da Bolsonaro per diffondere complottismi e aggregare il consenso popolare attorno ad una sindrome dell’assedio (di solito da parte di scure orde straniere.)

Ma il maggiore impulso all’estremismo di destra è provenuto dall’ascesa di Trump, che alle milizie mandava implicito sostegno, come avvenuto dopo il raduno estremista di Charlottesville. Il 6 gennaio, gruppi come i Proud Boys e gli Oath Keepers erano in azione a Capitol Hill. Per quei fatti sono stati condannati sei Oath Keepers, fra cui il fondatore Stewart Rhodes; un processo contro i Proud Boys, specializzati in scontri di piazza a provocazioni, è ancora in corso.  Naturalmente all’assalto al Congresso (come poi a Brasilia) ha partecipato anche una massa di “cittadini” qualunque. Su un totale di 978 fermati o arrestati, ad oggi quasi 400 imputati sono stati condannati per quei fatti.

L’Fbi considera ormai la violenza di estrema destra la principale minaccia per la sicurezza nazionale. Ed oltre ai raggruppamenti “ufficiali” (un recente rapporto dell’osservatorio Acled ne elenca una ventina di attivi) si profila un arcipelago di bassa coesione organizzativa in cui cani sciolti e lupi solitari vengono “radicalizzati” dalla propaganda online per diventare “operativi.” L’archetipo di questa dinamica è Timothy McVeigh, reduce della guerra del Golfo che nel 1995  provocò 173 morti con l’attentato di Oklahoma City. McVeigh è anche sintomatico di quello che la Southern Poverty Law Center considera fenomeno caratterizzante del terrorismo nero americano: il collegamento con ambienti militari. La connessione avviene sia col reclutamento di reduci nelle cellule terroriste che con l’arruolamento di estremisti in esercito e forze dell’ordine, usato come sistema per acquisire competenze militari.

È la strategia esplicitamente perseguita anche dalla Atomwaffen  (di cui sono stati scoperti campi di addestramento nella Valle della morte). Russell, il leader appena arrestato, era membro della guardia nazionale in Florida. Esiste peraltro una correlazione storica fra rientro di reduci da campagne americane (da quando le fila del Ku Klux Klan vennero ingrossate da veterani della prima guerra mondiale). Ed è sempre più rilevante il fenomeno di radicalizzazione ideologica all’interno delle forze di polizia come dimostra il movimento dei “constitutional sheriffs” che giura fedeltà “alla costituzione ma non al governo”, come spesso avveniva ai tempi del regime segregazionista del Sud.

Oggi le manifestazioni estremiste emergono organicamente da un movimento nazional populista dalla marcata vena suprematista e apocalittica, attingendo, ad esempio, al “negazionismo  elettorale” propagato da Trump e, attualmente, dalla sconfitta della candidata  Maga a governatrice dell’Arizona, Kari Lake. Nel vicino New Mexico un altro sconfitto trumpista, Solomon Peña, è stato arrestato come mandante di una serie di sparatorie che hanno preso di mira le abitazioni di avversari politici.

Se pure non avesse mandanti diretti si profila insomma nella destra americana una generalizzata strategia della tensione, quantomeno tollerata, se non incitata, dagli ambienti  politici nazional populisti che oggi ad esempio dominano la Camera dei deputati.

 

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Per quanto minoritarie possano essere le formazioni a livello di numeri ed implausibili le prospettive di successo, e per quanto da destra si denuncino regolarmente immaginarie violenze di Antifa e della “sinistra radicale”, negli ultimi cinque anni sono stati gli attentati di matrice Maga a mietere effettivamente vittime, facendo almeno 55 morti dal 2017. Da sparatorie a locali Lgbtq (Colorado Springs) a quelli contro afroamericani (Buffalo) ed ispanici (El Paso) e stragi in sinagoghe (Poway e Pittsburgh) è lecito constatare che una campagna di terrore a “bassa intensità” è già in atto. Più che miliziani, i responsabili risultano immancabilmente essere cani sciolti radicalizzati dalla propaganda ed incendiaria demagogia in onda 24 ore al giorno sui canali di destra che infiammano odio e rancore per convenienza politica.  A questa categoria di autoproclamati “patrioti” appartenevano gli uomini condannati per aver progettato il rapimento e l’assassinio della governatrice democratica del Michigan Gretchen Whitmer e l’uomo che lo scorso ottobre ha attaccato a martellate l’ottuagenario marito della Speaker democratica Nancy Pelosi. minaccia per la democrazia.  La scia di suprematismo, razzismo e violenza attivata dalla presidenza Trump continua tuttora.

 

Un elenco parziale di attentati “accelerazionisti” negli ultimi 5 anni 

 

Attentato neonazista Charlottesville (1 morto)                               12/10/2017

12 ordigni postali varie località                                                         ottobre 2018

Strage sinangoga Pittsburgh              (11 morti)                               27/10/2018

Strage sinangoga di Poway                (1 morto)                                27/4/2019

Strage anti immigranti El Paso           (23 morti)                               3/8/2019

Insurrezione Capitol Hill Capitol        (4 morti)                                 6/1/2021

Strage complottista di Denver           (5 morti)                                 27/12/2021

Strage razzista di Buffalo                   (10 morti)                                14/5/2022

Attentato a Paul Pelosi San Francisco                                                           28/10/2022

Strage anti gay Colorado Springs        (5 morti)                                19/11/2022