«Il primo passo» aveva definito Zelensky il piano cinese per la pace in Ucraina. Nel mezzo della visita di tre giorni del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, tuttavia, i vertici ucraini non sembrano più così ottimisti. E intanto, gli Stati uniti gettano discredito sull’intesa tra i due leader.

IL SEGRETARIO del Consiglio nazionale per la sicurezza di Kiev, Oleksiy Danilov, ha scritto sul proprio profilo Twitter: «La formula per attuare con successo il ‘Piano di pace’ della Cina. Il primo e principale punto è la capitolazione o il ritiro delle truppe di occupazione russe dal territorio ucraino in conformità con le norme del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni unite». Resa o ritirata come conditio sine qua non, insomma. Anche il consigliere presidenziale di Zelensky, Mikhailo Podolyak, ieri ha ribadito la linea di Kiev: «La fissazione giuridica dell’attuale presidente della Federazione russa come un evidente criminale internazionale significa direttamente: 1. nessun negoziato con l’attuale élite della Federazione russa; 2. nessun ritorno della Russia alla politica mondiale nel suo status prebellico; 3. nessuna revoca delle sanzioni finché il ‘volto di Putin’ rappresenterà la Russia». In controtendenza solo Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, il quale ha auspicato che «Pechino usi la sua influenza su Mosca per farle porre fine alla guerra di aggressione contro l’Ucraina». Sulle stesse posizioni il Regno unito: attraverso le parole del portavoce di Downing street, Londra ha fatto sapere che la speranza è quella «che il presidente Xi sfrutti questa opportunità per fare pressioni su Putin affinché cessi di bombardare città, ospedali e scuole ucraine, per fermare queste atrocità cui assistiamo quotidianamente».

AD OGNI MODO, le frasi di Danilov e Podolyak sono sintomatiche del fastidio dell’amministrazione ucraina per quanto sta accadendo a Mosca. Da giorni, infatti, Xi Jinping e Putin dimostrano un’intesa senza precedenti. Il presidente cinese si è spinto addirittura fino a firmare un editoriale sul quotidiano russo Gazeta Russkaya nel quale sostiene «l’ amicizia tra i popoli russo e cinese» e oggi l’omologo russo gli ha risposto pubblicamente trattandolo da «caro amico».

NASCERÀ ANCHE da questa corrispondenza d’amorosi sensi l’acredine statunitense delle scorse ore, oltre che dal fatto che Washington sente (forse per la prima volta) la possibilità che un altro attore possa intromettersi nella sua gestione dei tempi del conflitto. «Un cessate il fuoco chiesto in questo momento non farebbe altro che ratificare la conquista della Russia e dare a Putin più tempo per equipaggiarsi, riqualificarsi e riavviare le operazioni in un momento e in un luogo a sua scelta» ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, alla Cnn. Kirby ha anche sottolineato che la Casa bianca «rifiuterebbe» ogni richiesta di cessate il fuoco che dovesse emergere dall’incontro previsto per oggi pomeriggio, ribadendo altresì che sarebbe «nell’interesse della Cina» fornire armi all’Ucraina. Inoltre, «se vai a Mosca e ti siedi per tre giorni allo stesso tavolo del presidente Putin e ascolti il suo punto di vista su una guerra che ha iniziato e che potrebbe finire oggi, dovresti come minimo alzare il telefono e parlare anche con il presidente Zelensky per avere il suo punto di vista» ha chiosato Kirby. A tale proposito, interrogato dai giornalisti presenti all’incontro, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha risposto piccato «siete seri quando chiedete al portavoce di Putin di questo? Sbagliate destinatario».

NONOSTANTE gli inviti a «non farsi ingannare dall’incontro tra Russia e Cina» del segretario di stato Usa, Antony Blinken, da Washington ieri hanno specificato che la pianificazione della visita dei rappresentanti statunitensi in Cina non è saltata, dato che si ritiene «importante mantenere aperti i canali di comunicazione con Pechino». In serata la Casa bianca ha chiarito che il presidente Biden e Xi Jinping avranno una conversazione «al momento opportuno»; quando, cioè, il leader cinese rientrerà da Mosca.