È fallito miseramente ieri il tentativo dei neofascisti ucraini di impedire con la forza il corteo femminista e antifascista dell’8 marzo a Kiev.

Verso mezzogiorno nella centrale piazza Michailovsky si erano già riuniti migliaia di attivisti e militanti dei movimenti femministi e lgbt e tanti giovani dei collettivi studenteschi. Una piazza colorata in cui spiccavano striscioni con scritto «No al patriarcato per la libertà sessuale!», «Né cucina né moda essere donna è un altra cosa».

Molte sono scese in piazza con pentole e mestoli battendoli al ritmo degli slogan. Tantissime le bandiere con il simbolo femminista e un pugno nel cerchio. Grande successo anche per cartello con disegnati i Blues Brothers: «Io odio i nazisti dell’Ucraina». Una prova di forza dopo che nei giorni precedenti sui social i fascisti avevano promesso disordini e minacciato di morte gli organizzatori del corteo.

Il governo Poroshenko da alcuni anni ha assunto un atteggiamento pilatesco sulle manifestazioni femministe e lgbt, al fine di qualificarsi come democratico di fronte all’Unione europea: vengono autorizzate ma al contempo non vengono impedite le contromanifestazione dei gruppi di destra.

Così anche ieri gruppi neofascisti si sono presentati in piazza al grido di «No alla società omosessuale!», «No alle donne prostitute!». E armati di bastoni e spray urticante hanno dato l’assalto ai manifestanti. Intendevano ripetere il triste spettacolo di questo autunno: a Kiev un corteo lgbt non poté neppure formarsi e i manifestanti furono costretti a disperdersi grazie anche alla copertura della polizia dei provocatori di destra.

Ma stavolta gli è andata male. I manifestanti hanno respinto la provocazione e i fascisti sono stati costretti a retrocedere ai margini della piazza. L’intervento della polizia è avvenuto con grande ritardo: al termine degli scontri ci sono stati 4 arresti mentre qualche decina di persone è stata medicata in ospedale.

Il corteo scortato da un imponente contingente di polizia si è poi snodato per piazza Maidan, lungo viale Kreshyatik per concludersi in piazza della Posta. I fascisti hanno ancora attaccato la manifestazione durante il percorso con un nutrito lancio di razzi che per fortuna non sono andati a segno.

«Si tratta di una grande successo – ha detto alla stampa Elena Shevcenko, una delle organizzatrici della manifestazione – Il movimento femminista ucraino è molto cambiato dai tempi delle Femen e vuole legare le tematiche della liberazione a quelle della condizioni di lavoro della donna, mettendosi in sintonia con lo sciopero internazionale che si svolge in tante capitali del mondo».

Un movimento che cresce e dà linfa a una nuova sinistra sempre più lontana dagli stilemi del passato: non è un caso che né il partito comunista né quello socialista hanno aderito al corteo.