Dal 2008 esiste un Tour de France alternativo. Al posto di carovane, motori, sponsor, profitti, ci sono zaini, tende da campeggio, bagni secchi, case di paglia, lavoro volontario. Le nude biciclette attraversano leggere la Francia per incontrare persone, agricoltori, collettivi, scienziati.

Aperto a tutti, organizzato orizzontalmente, vissuto in forma comunitaria, va alla ricerca di collettivi agricoli biologici, officine di riparazione di biciclette, luoghi di lotta, comunità ecologiche. Ogni anno un percorso diverso e un numero crescente di partecipanti. Si chiama Alter Tour, quest’anno si svolge dal 12 luglio al 27 di agosto e Mathieu Fromont è uno degli organizzatori.

Come nasce l’idea dell’Alter Tour? Vuole anche essere una critica al Tour de France?

L’Alter Tour nasce nell’ambito della campagna contro gli Ogm, ma esprime anche una critica al Tour de France e alla competizione tra individui e organizzazioni in generale. Il dogma della crescita infinita in un mondo finito spinge gli individui e le aziende a utilizzare sostanze chimiche di sintesi e Ogm in agricoltura. Il nostro stile di vita dipende dal petrolio e dall’energia nucleare. L’AlterTour mette in discussione il nostro modo di vivere e le scelte politiche che collettivamente ci portano alla catastrofe ecologica e sociale. Visitando collettivi che si organizzano diversamente, nel rispetto della natura e degli esseri viventi, dimostriamo che un altro mondo è possibile e che le decisioni politiche devono essere ispirate dalle iniziative dei cittadini.

Come si svolge l’Alter Tour, cosa succede durante le tappe e fra una tappa e l’altra?

Durante l’Alter Tour pedaliamo principalmente la mattina. Quando arriviamo a destinazione installiamo l’accampamento e prepariamo collettivamente i pasti. I pomeriggi sono dedicati agli incontri con le realtà ospitanti. La sera ci sono spesso concerti, spettacoli, piccole feste. Ogni edizione ha un tema, quest’anno è: «Alla ricerca dell’essenziale». L’individuazione di ciò che è essenziale e ciò che non lo è ha ricevuto molta attenzione in questi tempi di pandemia. Purtroppo la discussione si è spesso limitata ai beni di mercato, quando la ricerca dell’essenziale si riferisce anche al non accontentarsi dei modelli suggeriti, proposti e imposti dalla pubblicità. Andiamo in bicicletta per incontrare quelle che vengono chiamate «Alternative». Persone che con la loro sola esistenza sfidano la nostra società consumistica. Cerchiamo in modo sobrio e semplice di proporre altri valori, magari anche di cercare un significato.

Alcuni esempi di realtà visitate quest’anno?

Neo-Loco, un’azienda all’avanguardia nel settore dell’artigianato solare in Normandia. Hameaux Légers (borgo leggero) un luogo di vita partecipativo che accoglie un ristretto numero di abitazioni reversibili (rimovibili, compostabili, trasportabili), accessibili alle famiglie con modeste risorse, realizzate in partnership con il comune che lo ospita. La Scuola Alternativa dei Monts d’Arrée: fornisce ai profughi presenti nel territorio cibo, abbigliamento, assistenza sanitaria, sociale e psicologica nonché alloggio e supporto nelle loro procedure amministrative. E molte altre.

Qual è il livello di partecipazione? Vi percepite come una realtà marginale?

Il primo AlterTour ha riunito 120 persone, quest’estate saremo 620. Ogni anno riscuote sempre più successo al punto che abbiamo dovuto aumentare la durata dell’evento e creare cinque percorsi alternativi. Tuttavia, nel 2021, l’evento è andato esaurito tre giorni dopo l’apertura delle registrazioni. Siamo molto conosciuti nelle reti ecologiste, sicuramente è più difficile per noi raggiungere il pubblico in generale. Di tanto in tanto incontriamo persone che non condividono le nostre convinzioni ecologiche, perciò è una buona occasione per discutere!

Dal vostro punto di vista l’organizzazione del Tour de France ha fatto degli sforzi per ridurre il suo impatto sull’ambiente?

Anche autostrade e aeroporti affermano di essere verdi al giorno d’oggi! A noi sembra semplicemente assurdo che una gara di biciclette metta insieme più veicoli a motore che ciclisti (più di 3 veicoli a motore per un ciclista). Per non parlare delle tappe che non si fanno in bici e della carovana pubblicitaria. Nell’AlterTour abbiamo di anno in anno aumentato i partecipanti, ma allo stesso tempo, siamo passati da 5 a 2 veicoli logistici in tutto e nessuno dei 5 percorsi è motorizzato. Stampiamo 400 t-shirt in cotone organico per edizione, ed usiamo t-shirt di seconda mano che noi stessi serigrafiamo con inchiostro vegetale. I nostri pasti sono preparati con cibi biologici e locali. Siamo ovviamente un’altra cosa rispetto a un grande evento, ma la nostra esistenza dimostra che si possono realizzare cose impensabili se c’è la volontà di farlo.