La Norvegia segue la Finlandia e sospende l’export di materiale militare verso la Turchia in risposta alle operazioni avviate da Ankara nel nord della Siria. Lo ha reso noto la ministra degli Esteri finlandese Ine Eriksen Søreide che ha dichiarato che «Dato che la situazione è complessa e in rapida evoluzione,  come misura precauzionale non gestiremo alcuna nuova domanda di esportazione di materiale di difesa o di materiale per usi multipli verso la Turchia». Il ministero, inoltre, rivedrà tutte le licenze per le esportazioni di armi già rilasciate.

«Stiamo seguendo gli eventi con estrema preoccupazione», ha aggiunto. Søreide ha affermato che il governo norvegese ha lanciato un “chiaro appello” ai funzionari turchi affinché “pongano fine alle loro operazioni militari” e rispettino lo stato di diritto. A chiedere di non piegarsi al ricatto turco anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.  “L’Unione Europea non può cedere a questa pressione. Gli sforzi turchi per accogliere i rifugiati siriani non possono quindi diventare uno strumento di ricatto per un’iniziativa militare che non possiamo accettare e che deve cessare immediatamente”, ha detto Conte ai giornalisti.

Giovedì è arrivata anche la reazione di Emmanuel Macron che ha accusato la Turchia di portare alla rinascita del cosiddetto Stato islamico con le sue operazioni nelle aree curde. «Ankara sta mettendo a rischio umanitario milioni di persone”, ha detto Macron in una conferenza stampa. «Così facendo, la Turchia sarà responsabile di fronte alla comunità internazionale per aver aiutato l’Isis a costruire un califfato in Siria».