L’obiettivo della Nato è arrivare al cessate il fuoco il più in fretta possibile. L’Alleanza ripete di non essere «in guerra» con la Russia, respinge la richiesta dell’Ucraina di avere armi pesanti (carri e aerei), ma al tempo stesso ieri, al primo dei tre vertici della maratona diplomatica di Bruxelles – dopo la Nato, G7 e Consiglio europeo – sono state prese le decisioni di aumentare la presenza militare sul fronte orientale e di accrescere i budget per la difesa, richiesta avanzata esplicitamente da Joe Biden.

LA NATO METTE IN GUARDIA la Russia contro l’utilizzo di armi chimiche, biologiche, persino nucleari: «inaccettabilie», avrà «serie conseguenze». E ha deciso di dotare i propri soldati con protezioni speciali. Gli Usa sono tornati in Europa con forza, in poche settimane hanno aumentato la presenza militare del 25%, ci sono 100mila militari americani, in maggioranza in Polonia e nei Baltici.

Jens Stoltenberg, che è stato riconfermato alla testa della Nato per un altro anno (è la secondo proroga del suo mandato), parla della «più seria crisi di sicurezza di una generazione»: l’Alleanza si assume la «responsabilità per evitare un’escalation» e invia militari, 40mila all’est sono dispiegati in quattro gruppi tattici (Bulgaria, Ungheria, Romania, Slovacchia). I paesi Nato che stanziano ormai almeno il 2% del pil ai budget per la difesa sono passati da 3 a 11 sui 30 membri in poco tempo. I Baltici sono in prima fila, l’Estonia ha deciso di alzare al 2,5%.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenski, collegato in video con il vertice, ha chiesto «armi offensive»: «Le nostre forze armate e i nostri cittadini tengono duro con coraggio sovrumano – ha detto – ma non si può vincere questa guerra senza armi offensive, senza missili di media portata che possono essere mezzi di dissuasione». Chiede l’1% dei tank e degli aerei Nato. Ma l’Alleanza respinge la richiesta di un «aiuto militare senza restrizioni», Biden ha promesso missili anti-navi. Nel testo Nato non c’è menzione di «consegne massicce» di armi da inviare all’Ucraina e neppure la conferma dell’uso di armi al fosforo da parte della Russia, come accusa Kyiv. Emmanuel Macron riassume: c’è unanimità a rafforzare il sostegno all’Ucraina con armi di difesa, la linea resta la stessa, «armi difensive e letali» ma c’è una «linea rossa», non essere «co-belligeranti», permettere il negoziato, «dissuadere l’escalation» e «non dare nessun pretesto» per accuse di «provocazione».

Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, fa un passo in più: bisogna continuare a dare armi, «le prossime due settimane saranno decisive per la vittoria». Ma il lussemburghese Xavier Bettel frena: abbiamo già dato abbastanza, mai fatto prima. Invece, per il presidente polacco Duda il cessate il fuoco non sarà sufficiente, ci vuole il ritiro completo dei russi per aprire un negoziato. Per la Polonia l’accordo Nato-Russia del 1997 è ormai lettera morta. La Bussola strategica, approvata al Consiglio europeo, che si conclude oggi, getta le basi dell’Europa della difesa, «né sostituto né concorrente» della Nato.

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AL G7, CHE HA SEGUITO a ruota il vertice Nato, si è parlato di sanzioni, «imporne di nuove, rafforzare quelle esistenti» per il presidente americano Biden. Ci sono misure contro altri oligarchi, un progressivo «isolamento della Russia» per Macron, che ha annunciato un «meccanismo di controllo» dell’applicazione dei pacchetti già decisi – ma ha giustificato le reticenze ad abbandonare la Russia di alcune grandi società francesi – mentre sull’embargo per petrolio e gas la discussione è passata al Consiglio europeo, ma nuove decisioni sono difficili, c’è sempre il freno di Germania, Olanda, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Italia e altri. Piuttosto, la Ue discute sui meccanismi del mercato del gas, che «non funziona» hanno detto Draghi e lo spagnolo Sánchez. La Russia avrà più difficoltà ad aggirare le sanzioni, perché vengono esclusi i pagamenti in oro. Nessuno accetta di pagare il gas in rubli, come tenta di imporre Putin. Per il tedesco Olaf Scholz i contratti «vanno rispettati» e nei contratti il pagamento è in euro. I prezzi «completamente sganciati dalla realtà», per il belga De Croo, potrebbero essere rivisti al ribasso, se Putin insiste.

Il G7 ha anche deciso un meccanismo di «solidarietà alimentare» su proposta francese, per far fronte alle tensioni sui prezzi, sulle filiere, e alle minacce di grave crisi, soprattutto in Medioriente e in Africa. Si tratta di un’iniziativa Ue-Unione africana simile al meccanismo Acta sui vaccini, si chiama Farm (Food & Agriculture Resilience Mission) e dovrebbe permettere di aumentare la produzione, evitare restrizioni all’export, la stabilità degli stock e dei prezzi.

LA NATO CHIEDE ALLA CINA di «evitare di appoggiare lo sforzo di guerra della Russia» e Biden annuncia un controllo su eventuali rotture dell’embargo contro Mosca da parte di Pechino. Il premier Draghi specifica che al G7 non c’è stata una «condanna» di Pechino: «Anzi, c’è stata la speranza che la Cina contribuisca al processo di pace». Scholz e Macron hanno fatto pressioni sulla Cina perché condanni l’aggressione russa, l’occidente spera in una «potenza di mediazione e moderazione». Il primo aprile ci sarà il vertice Cina-Ue.