In queste ore l’emergenza dell’occidente resta l’evacuazione dei «nostri», imbarcando per il momento solo qualche afghano nella confusione più totale, nel tentativo di salvare la faccia, in attesa di un’eventuale futura conferenza internazionale per far fronte al dramma degli esuli.

MA LA NATO SCONFITTA già scarica le responsabilità, per evitare che gli Stati uniti siano messi sul banco degli accusati per la precipitazione e l’improvvisazione dell’ultima fase della ritirata, iniziata lo scorso maggio. I governi europei non criticano ad alta voce Washington, che con Trump ha legittimato i talebani nei colloqui di Doha e con Biden ha precipitato la situazione, ma la costernazione serpeggia nelle grandi capitali dei paesi Ue. Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier di fronte alle immagini del caos all’aeroporto di Kabul ha parlato di «una vergogna», di una «tragedia umana di cui siamo co-responsabili».

Dichiarazioni surreali, ieri, del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che alla conclusione di una riunione d’emergenza degli alleati scarica la responsabilità sul «fallimento delle autorità afghane» «incapaci» di impedire questa tragedia.

La Nato è stata «sorpresa» dal «crollo politico e militare delle ultime settimane con una rapidità che non era stata anticipata». La narrazione è la stessa dell’amministrazione Biden: «Non volevamo stare in Afghanistan per sempre – ha detto il segretario generale – La leadership politica afghana ha fallito nel trovare una soluzione politica e questo fallimento porta alla tragedia a cui stiamo assistendo».

DALL’INIZIO DI QUEST’ANNO, la Nato ha ancora versato 70 milioni di dollari all’esercito afgano. E malgrado questo, «le autorità politiche afghane non sono state capaci di opporsi ai talebani». Nell’immediato, la Nato si occupa della logistica all’aeroporto: «garantire la sicurezza» del personale civile e mantenere le operazioni all’aeroporto, 800 persone per «gestire il traffico aereo, la gestione del carburante e la comunicazione», ha precisato Stoltenberg, che ha anche annunciato che i paesi dell’Alleanza atlantica invieranno aerei supplementari per l’evacuazione in corso.

Stoltenberg si appella ai talebani, che «devono rispettare e facilitare la partenza in sicurezza di coloro che desiderano lasciare l’aeroporto, strade e frontiere devono restare aperte». Il segretario generale ammette la necessità di «una valutazione onesta e lucida dell’impegno Nato», poiché «malgrado l’investimento e i sacrifici considerevoli da parte nostra per vent’anni, il crollo è stato rapido e improvviso».

DELLE «LEZIONI» devono essere tratte. Soprattutto perché ora, dopo 20 anni, torna lo spettro di un Afghanistan santuario del terrorismo internazionale. «In 20 anni – ha sottolineato Stoltenberg – non ci sono stati attacchi terroristici organizzati dall’Afghanistan sul suolo di paesi Nato». Il segretario Nato avverte: «Chi prende il potere ha la responsabilità di assicurare che il terrorismo internazionale non si insedi di nuovo».

Il presidente francese Emmanuel Macron, lunedì sera, ha insistito sul terrorismo: «I nostri interventi militari non hanno vocazione a sostituirsi alla sovranità dei popoli né a imporre la democrazia dall’esterno, ma a difendere la stabilità internazionale e a difendere la nostra sicurezza». Come il premier britannico Boris Johnson: «L’Afghanistan non diventi terreno favorevole per i terroristi». Anche l’Unione europea riflette sulle «lezioni» del dramma afghano.

L’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, afferma che «la Ue dovrà parlare con i talebani, hanno vinto la guerra». Nella video-riunione dei ministri degli Esteri di ieri, oltre all’urgenza sui profughi e la discussione sull’iniziativa franco-tedesca di aiuto ai paesi di transito per evitare che si ripeta il flusso del 2015, l’Ue ha messo sul tavolo la questione degli aiuti all’Afghanistan, primo paese beneficiario dei contributi allo sviluppo dell’Unione.

All’ultima conferenza dei donatori, Bruxelles si è impegnata a versare più di un miliardo di euro all’Afghanistan tra emergenza e sviluppo (e ha versato più di 250 milioni per gli aiuti ai profughi afghani nei paesi vicini). La Germania ha deciso di sospendere per il momento gli aiuti bilaterali, ma ieri ha inviato un secondo aereo militare a Kabul e caricato cento persone, tra proprio personale, cittadini di altri paesi Nato e afghani.