«Il sogno americano è ancora disponibile. Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi». Da circa un anno spopolano su TikTok dei video pubblicati da supposte agenzie di viaggio che invitano i cittadini dell’Africa occidentale a partire alla volta del Nicaragua. Ci si rivolge principalmente a guineani, senegalesi e mauritani che, ormai consapevoli dei numerosi rischi che riservano le rotte europee, tentano la fortuna con quella dell’America centrale. «Entrare negli Stati uniti è sicuro rispetto ai paesi europei, e così sono venuto», confida Sekuba Keita in un reportage del New York Times.

SI PARTE CON UN VOLO multitratta che fa scalo in Turchia, Marocco o Spagna – almeno fino a prima che il ministero dell’Interno spagnolo, lo scorso 19 febbraio, introducesse un visto di transito aeroportuale per le persone di nazionalità senegalese -, facendo tappa in Colombia e El Salvador. Si sale poi su un volo della compagnia colombiana Avianca diretto nella capitale nicaraguense Managua. Qui inizierà il viaggio via terra che condurrà al Messico e al confine sud-occidentale con gli Stati Uniti.

«In Senegal, tutti parlano di Nicaragua, Nicaragua, Nicaragua», racconta alla Associated Press Gueva Ba, che ha tentato di raggiungere l’Europa ben 11 volte, per poi decidere di cambiare rotta. Ma a settembre è stato rimpatriato con uno dei tanti voli organizzati dal Dipartimento della sicurezza interna (Dhs) statunitense destinati ai «non cittadini senza base legale per restare negli Stati uniti» ai quali sia stata negata la richiesta di asilo.

La rotta del Nicaragua offre l’opportunità di evitare il pericolosissimo Darién Gap, un istmo di terra controllato da gruppi di narcotrafficanti tra Panama e Colombia che viene attraversato ogni anno da centinaia di migliaia di persone. E poi, bypassa i pericoli della navigazione verso le Canarie: rotta «tra le più pericolose al mondo» che nel 2023, secondo il monitoraggio The Right to Life dell’ong spagnola Caminando Fronteras, ha fatto 6.007 vittime, 16,4 al giorno.

SULLE PIROGHE si sono imbarcati perlopiù cittadini della Mauritania – paese con cui il 7 marzo l’Ue ha firmato una dichiarazione congiunta non giuridicamente vincolante in materia di migrazione – e del Senegal, dove sono attivi sei progetti europei nell’ambito della «lotta all’immigrazione irregolare, alla tratta di migranti e alla tratta di esseri umani».

L’alto rischio di mortalità e le politiche europee di esternalizzazione delle frontiere spingono gli africani occidentali a intraprendere strade alternative, che si affidano così al “gatto e la volpe” di turno: «Il prezzo del biglietto oscilla tra i tre milioni e trecento e i tre milioni e quattrocento franchi CFA (tra i 5mila e i 5.500 dollari). Appena arriverai in Nicaragua, invieremo la tua foto a qualcuno che manderà la sua famiglia ad accoglierti all’aeroporto», spiega una delle agenzie di viaggio presenti su TikTok al giornalista della Bbc Papa Atou Diaw che si è finto interessato all’opportunità di viaggio. In verità, si può arrivare a spendere anche più di 10mila dollari considerando le diverse tappe di scalo e le tasse aeroportuali, come la «tassa per il miglioramento dell’aeroporto» di ben 1.130 dollari imposta dall’El Salvador ai viaggiatori africani e indiani per rispondere alle sollecitazioni degli Usa a collaborare nella gestione (e limitazione) dei flussi migratori verso il confine sudoccidentale. Per non parlare delle “tasse informali” in Nicaragua, Honduras e Guatemala del valore compreso tra 150 e 200 dollari.

Riguardo alle politiche di ingresso, i cittadini senegalesi possono viaggiare senza visto in territorio nicaraguense, mentre ai guineani e ai mauritani viene rilasciato all’arrivo. Secondo gli analisti, tali requisiti “permissivi” sarebbero un modo per il presidente Daniel Ortega di fare pressione sugli Usa a ritirare le sanzioni contro il suo governo, accusato di violare i diritti umani.

GIUNTI A MANAGUA, sarà una rete di trafficanti a occuparsi del trasporto via autobus fino in Messico. In questa fase, da «viaggiatori di diritto» si diventa «migranti irregolari»: in Honduras vi sono stati 545.043 ingressi nel 2023, di cui 12.902 guineani, 8.964 senegalesi, 5.716 mauritani. 117.746 da gennaio 2024 al 21 marzo, di cui 2.724 guineani, 1.423 mauritani e 1.243 senegalesi.

 

Abdoul, 32enne mauritano, in posa nella sua stanza a New York dopo il viaggio via Managua (foto Ap)

 

Ma perché proprio queste nazionalità? Oltre alla perdurante crisi economica ci sono altri fattori: nel settembre 2021, le Forze speciali (Fs) hanno rovesciato con un golpe il presidente Alpha Condé e da allora in Guinea è fortemente aumentata la repressione delle libertà; in Mauritania, si vivono profonde discriminazioni etniche, laddove il gruppo dei Beydane (arabo-berberi) domina il potere a scapito degli Haratin – discendenti da persone rese schiave e parlanti l’arabo mauritano (hassaniya) – e degli “afro-mauritani” che appartengono ai gruppi etnici dei Soninké, dei Wolof, degli Hal Pular. In Senegal ci sono stati sconvolgimenti politici fino a prima delle elezioni del 27 marzo scorso.

La permanenza in Messico è il momento più delicato. Qui, il monitoraggio dell’ong internazionale Human Rights First ha raccolto oltre 1.300 denunce di tortura, rapimento, stupro, estorsione e altri attacchi violenti contro le persone che richiedono asilo e le persone migranti bloccate nel paese da maggio 2023 – quando negli Usa entrò in vigore la norma che sanciva il «divieto di asilo» (the asylum ban) per chi non ne avesse fatto richiesta nei paesi terzi di primo transito – a novembre.

SECONDO IL REPORT Unintended Consequences: How US Policy Foments Organized Crime on US-Mexico Border del think-thank InSight Crime, le politiche migratorie restrittive dei governi statunitensi non hanno fatto altro che fortificare le organizzazioni criminali lungo il confine tra Usa e Messico, determinando un ampliamento delle loro attività criminose nell’ambito del redditizio traffico di esseri umani (human smuggling). Secondo i dati governativi diffusi dal NY Times, nel 2023 sono stati arrestati al confine Southwest 58.462 cittadini africani provenienti prevalentemente da Mauritania (15.263), Senegal (13.526), Guinea (più di 4mila).