L’invasione è iniziata. Un veliero, chiamato «la Montagna», è salpato da Isla Mujeres, stato messicano del Quintana Roo, alla volta del vecchio continente. A Guidarlo una ciurma di esperti marinai di Germania e Colombia e soprattutto lo «squadrone 421» ovvero quattro donne, due uomini e una transgender dell’Ezln.
L’addestramento del gruppo indigeno è andato bene e quindi la partenza, prevista per il 3 maggio è stata anticipata di qualche ora.

Alle 16.00 circa del 2 maggio «la Montagna» è partita. Il Subcomandante Insurgente Moisés, con i comandanti David, Zebedeo, e Hortensia ha supervisionato i preparativi. Il portavoce dell’Ezln, prima di salutare la delegazione ha spiegato l’idea alla base dell’invasione: «Stiamo ripercorrendo a ritroso la strada da cui è arrivato Colombo oltre 500 anni fa, in questo caso noi viaggeremo per seminare vita, non come 500 anni fa». Anche perché il 13 agosto 2021 cadrà il cinquecentesimo anniversario della conquista del Messico-Tenochtitlan da parte dell’esercito guidato da Hernán Cortés. Il leader zapatista ha ricordato che supportano il viaggio «tutte le basi di appoggio del’Ezln e così i Caracoles e le Giunte del Buon Governo».

Ripercorrendo al contrario il viaggio dei conquistadores l’obiettivo è dare un nuovo significato ai concetti di anti-razzismo e anti-colonialismo attraverso forme di intersezione tra i movimenti d’Europa e dei popoli originari del Messico. Il tempo di navigazione previsto per raggiungere il porto di Vigo in Galizia è sei settimane. Armata di passaporto, visiera protettiva, e passamontagna l’avanguardia zapatista avrà il compito di definire, con i movimenti nostrani, i dettagli dell’invasione, l’arrivo dei successi gruppi dal Chiapas e il loro dispiegamento lungo tutto il 2021.

Con diversi comunicati firmati dal Subcomandante Galeano, e dal portavoce e capo militare dell’Ezln il Subcomandante Moises hanno spiegato che il viaggio nasce per confrontarsi – cioè per parlare, e ancor più per ascoltare – con tutti coloro che li hanno invitati «per raccontarsi reciprocamente storie di lotta, per parlare dei dolori, della rabbia, delle conquiste e dei fallimenti».

Moises, salutando i media indipendenti che hanno accompagnato la delegazione zapatista dal Caracol di Morelia fino alle coste messicane, ha ricordato ai popoli d’Europa: «Condivideremo che la vita è a rischio sia per chi vive in città sia per chi in campagna, è ora di svegliarsi. Se non c’è vita, non ci sarà niente, è quello che diremo». Ricorderemo anche che è necessario «lottare contro il capitalismo perché distrugge la madre natura».

Con la partenza della nave «zapatista» in Italia si rafforzano i preparativi attorno all’assemblea nazionale di Lapaz. Quando possibile saranno resi noti i dettagli degli incontri italiani con la delegazione chiapaneca.