Serviranno 30-32 miliardi perla prossima manovra di bilancio. Secondo quanto emerge dal rapporto annuale presentato ieri a Roma dall’Ufficio parlamentare del bilancio (Upb) serviranno almeno 20 miliardi per confermare nel 2025 alcuni degli interventi finanziati solo per quest’anno, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale che ieri è stato definito dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti come un «must». Bisognerà vedere però se questa misura resterà episodica, o sarà trasformata in «strutturale» con un aggravio del deficit che però dovrà essere ridimensionato. L’Upb ha denunciato inoltre la «trappola povertà» creata dal governo Meloni: si è creata una distorsione a ridosso delle soglie di reddito di 25 mila e 35 mila euro.

Poi ci sono i 10-12 miliardi che dovrebbero essere richiesti dalla Commissione Europea per la procedura di infrazione. L’importo è stato ipotizzato dall’Upb ma sarà definito con certezza solo al termine del complicatissimo iter scelto per fare rientrare la «traiettoria» dei conti all’interno del nuovo «patto di stabilità» concepito solo per non essere compreso dai cittadini che però dovranno contribuire ad esso sacrificando la propria esistenza. Questa è la realtà nascosta dietro la richiesta di uno sforzo fiscale per la correzione dei conti pari allo 0.5-0,6% del Pil.

La prospettiva quadriennale o settennale concessa dal nuovo patto di stabilità permetterà a questo governo, e ai successivi, di negoziare con la commissione europea i tagli rendendo le loro conseguenze meno gravi sulla vita delle persone, e sui loro salari. Questo è l’auspicio dell’Upb quando ieri ha parlato di «una gradualità di azione che mitiga l’entità della correzione necessaria anno per anno rispetto alle regole precedenti di riduzione del debito».

Il quadro di finanza pubblica al quale ha lavorato fino ad ora il governo Meloni «presenta diversi elementi di incertezza, legati a rischi al ribasso sulla crescita ricordati in precedenza, a criticità nell’attuazione del Pnrr e a rischi relativi agli andamenti futuri dei crediti di imposta» ha sostenuto la presidente dell’Upb Lilia Cavallari. Sebbene il recente decreto sui bonus edilizi abbia disposto interventi volti a contenere gli oneri del Superbonus per i prossimi anni «non si possono escludere effetti inattesi alla luce di quanto avvenuto negli anni passati. Ulteriori elementi di incertezza derivano dall’impatto degli incentivi Transizione 4.0 e 5.0. In generale, appare opportuno rafforzare i meccanismi di monitoraggio e controllo dei crediti fiscali ancora previst