L’interruzione volontaria di gravidanza entra nella Costituzione francese. Con un voto al Congresso, 902 deputati e senatori (su 925) riuniti a Versailles, hanno approvato con 780 voti (72 contrari, 50 astenuti) l’aggiunta all’articolo 34: «La legge determina le condizioni nelle quali viene esercitata la libertà garantita alla donna di fare ricorso a un’interruzione volontaria di gravidanza». La Francia è il primo paese al mondo a costituzionalizzare l’aborto.

LA TOUR EIFFEL si è illuminata in un modo “speciale” al momento del voto, gli interventi della presidente dell’Assemblée, Yaël Braun-Pivot, del primo ministro Gabriel Attal e dei 18 gruppi politici sono stati trasmessi su un video gigante al Trocadéro, di fronte a centinaia di persone. Grande emozione a Versailles, soprattutto tra le parlamentari la consapevolezza della Francia come modello per il mondo, in un momento dove i diritti vengono limitati da destre e populisti, uno scudo contro le incertezze del futuro.

La riforma della Costituzione sarà promulgata l’8 marzo con una cerimonia al ministero della Giustizia, in presenza di Emmanuel Macron, che ieri ha parlato di «messaggio universale». L’86% dei francesi approva un voto definito «storico», una «vittoria femminista» che viene da lontano, 50 anni dopo la legge Veil di depenalizzazione dell’aborto. Se un futuro governo vorrà limitare il diritto all’aborto dovrà passare per una riforma costituzionale, con il voto dei tre quinti del Congresso.

CI SONO VOLUTI 18 mesi di tensioni, di emendamenti e aggiustamenti del testo finale, per arrivare alla riforma. Nel 2018, la France Insoumise aveva ripresentato la proposta, ma la svolta è stata la preoccupazione di fronte alla decisione della Corte suprema Usa nell’estate del 2022 di annullare la decisione del 1973 Roe vs Wade. Ci sono stati i passi indietro in Ungheria e in Polonia ai tempi del Pis. Questa «libertà resta minacciata», ha affermato Attal, «il treno dell’oppressione può ripassare» e «se si vuole attaccare la libertà del popolo è sempre da quella delle donne che si comincia». Braun-Pivot, prima donna a presiedere un Congresso, ha insistito: «Scaliamo metro dopo metro la parete dell’eguaglianza» tra uomini e donne, ma «basta un attimo per cadere.

CI SONO STATE 6 proposte parlamentari, ma è il governo che ha presentato il progetto, per evitare di dover passare per un referendum, che avrebbe aperto uno scontro ancora esistente nella società e dato spazio alla propaganda anti-scelta. Macron, che all’inizio era titubante, si è convinto della possibilità di arrivare a un consenso per la riforma. Ci sono state trattative sui termini del testo: è stato impossibile arrivare a inserire nella Costituzione il “diritto” all’Ivg, come era nell’intenzione delle sinistre, il compromesso è stato sulla “libertà garantita” (il “diritto” avrebbe implicato un “dovere” per lo stato di fornire i mezzi per la sua attuazione, spesso carenti). Il Senato ha così votato a favore il 28 febbraio scorso (267 contro 50) il testo già passato all’Assemblée il 30 gennaio (493 contro 30), ma “diritto “garantito” implica comunque un “dovere” dello stato. Il presidente del Senato, Gérard Larcher (Lr), ha frenato fino all’ultimo, affermando che la Costituzione «non è un catalogo di diritti sociali e di società».

LA DESTRA LR IERI ha insistito sui limiti che è riuscita a imporre, a cominciare dal fatto che la “libertà garantita” non mette in crisi la clausola di coscienza per i medici (in Francia ricorso molto inferiore rispetto all’Italia). «Gli anti-Ivg non hanno mai rinunciato» ha messo in guardia la socialista Laurence Rossignol. Solo la scorsa settimana, la tv CNews di proprietà del miliardario Vincent Bolloré ha diffuso la falsa notizia che l’aborto è la prima causa di morte nel mondo, per poi scusarsi. Ieri c’è stata una piccola manifestazione degli anti-scelta di fronte al castello di Versailles, vestiti di nero, come a un funerale.

MARINE LE PEN non è intervenuta a Versailles, ma con rancore ha definito «un giorno organizzato da Emmanuel Macron alla sua propria gloria, la sola vittoria che potrà vantare alla fine di dieci anni» all’Eliseo. Il Rassemblement national si è diviso nel voto, alcuni hanno votato a favore.

Divisione anche nella destra dei Républicains, dove però i contrari sono ridotti a un piccolo gruppo, molti senatori hanno ammesso di aver cambiato idea e approvato la riforma grazie alla loro famiglia, ai figli e alle figlie. Il consenso nella società francese ha permesso ai partiti politici, spesso rissosi, di oltrepassare le divisioni e trovare un compromesso.

L’IVG È CITATA in altre costituzioni nel mondo, in particolare in alcuni paesi dell’ex Jugoslavia (Serbia, Macedonia del Nord, serbi di Bosnia), ma in modo più vago di quanto è ormai sancito nel testo fondamentale francese (di recente, in Cile la riforma della Costituzione, che conteneva il diritto all’aborto, è stata bocciata in un referendum).