In Sardegna mancano quarantacinque giorni alle elezioni regionali (si voterà il 25 febbraio) e ancora il quadro degli schieramenti resta avvolto nell’incertezza. Nel campo del centrodestra, la Lega e il Partito sardo d’azione chiedono la conferma del governatore uscente Christian Solinas. Il resto della coalizione (FdI, Forza Italia e centristi) vogliono il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, fedelissimo di Giorgia Meloni. L’altro ieri un vertice del centrodestra sardo a Cagliari ha stabilito che in candidato sarà Truzzu, ma a maggioranza: Lega e Partito sardo d’azione hanno votato contro. Un summit fissato per ieri pomeriggio a Roma tra Meloni e Salvini per dirimere la controversia è saltato all’ultimo momento. Nessuna nuova data è stata fissata. Impasse, quindi

LA CONFUSIONE, nel centrodestra, è davvero grande. Il partito della premier si fa forte del mutamento degli equilibri all’interno della coalizione e chiede che il dato di fatto sancito dai numeri alle scorse politiche (exploit di FdI e ridimensionamento della Lega) pesi nella definizione delle candidature alle regionali, in Sardegna ma anche nelle quattro regioni in cui nel 2024 si voterà: Abruzzo, Piemonte, Umbria e Molise. Per la Lega è un gioco rischioso. Se passa lo schema Meloni, il pericolo è che molti dei governatori leghisti eletti quando il partito di Salvini era più forte di FdI saltino. Quanto sia grande la preoccupazione lo si capisce dalle dichiarazioni del vicesegretario nazionale della Lega, Andrea Crippa: «Prima delle europee vanno al voto quattro regioni e la Lega è per riconfermare i presidenti uscenti: Solinas in Sardegna, Marsilio in Abruzzo, Bardi in Basilicata e Cirio in Piemonte. Se così non fosse, anche per una sola regione, si riaprirebbero i giochi su tutte le altre regioni. Noi siamo per la continuità, vedremo se altri si prendono la responsabilità di rompere e cercare alternative. La Lega segue le parole di Meloni in conferenza stampa: l’unità del centrodestra è un valore, abbiamo quattro presidenti uscenti che hanno amministrato bene e non c’è alcun motivo per cambiare nomi. Quindi per noi il candidato in Sardegna resta Solinas». Netta e definitiva è la replica della coordinatrice sarda di FdI, Antonella Zedda: «Il candidato ufficiale del centrodestra è Truzzu. Se Lega e Psd’Az vogliono tagliare i ponti, facciano pure».

Insomma, il centrodestra sardo sembra essere a un passo da una clamorosa spaccatura. E come se non bastasse, Alessandra Zedda, consigliera regionale di Forza Italia, ex assessora al lavoro ed ex vice presidente della giunta di Solinas, annuncia che anche lei sarà della partita. «Sono pronta – dice – ho avviato tutti i passi burocratici necessari a presentare la mia candidatura con la lista Anima di Sardegna». «Una corsa da indipendente. Me lo hanno chiesto molti esponenti della società civile», spiega Zedda, che ai primi di novembre del 2022 si era dimessa da entrambi gli incarichi che ricopriva nell’esecutivo guidato da Solinas in polemica per l’immobilismo che lo caratterizzava.

NÉ IL QUADRO È più definito nel centrosinistra. Da una parte, la pentastellata Alessandra Todde, capofila di Pd e M5S più diverse sigle di sinistra e indipendentiste. Dall’altra Renato Soru, che è sceso in campo dopo che Schlein e Conte hanno respinto la proposta di scegliere il candidato alle regionali attraverso le primarie. I due fanno campagne elettorali parallele. Al momento nessuna prospettiva di ricomposizione. A niente è servita la forte pressione unitaria dei Progressisti di Massimo Zedda, per ora comunque ancora schierati con Soru. Alla coalizione guidata dal presidente di Tiscali (che si è dimesso dal Pd) si sono aggiunti la scorsa settimana Rifondazione comunista e Azione (le altre componenti dell’alleanza sono la formazione di Soru, Progetto Sardegna, +Europa e diverse sigle autonomistiche, indipendentiste e civiche di centro). Nei giorni scorsi una trentina di dirigenti del Pd, compresa la segretaria provinciale di Oristano, si sono dimessi dal partito per dare vita a una nuova sigla, Alleanza sarda e democratica, che appoggerà Soru.