Mentre la Francia si prepara a partecipare al week end della protesta ambientalista, con due giornate di manifestazioni – oggi gli studenti dei “venerdi’” in più di 200 città, domani la Marche du siècle, 192 azioni e cortei, a cominciare da Parigi, che seguono l’appello di più di 100 ong – la costa atlantica è minacciata da un inquinamento grave di una marea nera. Una nave commerciale italiana, la Grande America delle Grimaldi Lines, è affondata il 12 marzo, in seguito a un incendio, a più di 300 metri al largo de La Rochelle (l’equipaggio di 27 persone è sano e salvo). E’ una cosiddetta “carretta del mare”, che partita da Amburgo in Germania con destinazione Casablanca in Marocco, trasportava 2mila automobili e 365 containers, 45 dei quali contenenti materie pericolose. Il carburante, 2200 tonnellate, sta uscendo dal relitto e minaccia di inquinare le coste atlantiche (e la produzione di molluschi e ostriche), di colpire la pesca in una zona molto pescosa. Il governo si è impegnato a fare di tutto per cercare di limitare l’inquinamento, anche se le operazioni sono difficili in un mare tumultuoso: sul posto sono all’opera 4 navi anti-inquinamento. Le ong Robin des Bois e Surf Rider hanno sporto denuncia contro l’armatore per procurato inquinamento.

In questo caso la Francia subisce un disastro ecologico conseguenza di scelte economiche soltanto attente al profitto. E’ contro questa logica, che impedisce di cambiare un sistema che sta modificando il clima e minaccia la vita, che sta crescendo un movimento politico. Gli studenti francesi, soprattutto di medie e licei, hanno già organizzato varie giornate di  protesta, anche se i cortei del venerdi’ finora non sono stati molto seguiti, la svedese Greta è stata anche ricevuta all’Eliseo da Macron. Ma oggi, con l’appuntamento mondiale con più di cento paesi e 1600 città mobilitate, potrebbe esserci una svolta. Rafforzata dalla giornata di domani, di nuovo circa 200 azioni e cortei in tutto il paese per la Marche du siècle. Gli organizzatori propongono azioni di disobbedienza civile, non violenta: “esigiamo delle risposte all’altezza della posta in gioco: la sopravvivenza dell’umanità”. La Marcia è la conseguenza dell’iniziativa L’Affaire du siècle, una petizione a favore della lotta al riscaldamento climatico e al rispetto degli impegni dell’Accordo di Parigi del 2015, che ha raccolto in poco tempo più di 2 milioni di adesioni. Ieri, 4 ong ambientaliste (Greenpeace France, Fondation pour la Nature et l’homme dell’ex ministro Nicolas Hulot, Notre Affaire à tous e Oxfam France) hanno presentato un ricorso contro lo stato di fronte alla giustizia amministrativa per “inazione climatica”, per non aver rispettato il dovere di “protezione delle persone e dell’ambiente”. Il ministro dell’ambiente, François de Rugy, ha respinto l’accusa di “carenze fattuali” in una lettera alle ong spedita il 12 marzo, dove ha elencato le azioni dello stato intraprese in difesa dell’ambiente e del rispetto degli impegni dell’Accordo di Parigi. Il presidente Emmanuel Macron, ieri a Nairobi (Kenya) per il One Planet Summit, in un discorso ha difeso le proteste dei giovani (“i giovani ci dicono: non andate abbastanza in fretta, voglio ringraziali, dappertutto nel mondo”), ma ha respinto come “una sciocchezza” la denuncia delle ong al tribunale amministrativo: “non accetto questo spirito, su questi temi non è popolo contro governo”.  Per Macron “bisogna rimettere al centro dell’economia di mercato l’ambiente e la biodiversità”, bisogna “guardare avanti” e “agire”. Ma il caso della Grande America è li’ a dimostrare quanto sia arduo puntare sulla conversione del mercato. Il segretario di Europa Ecologia, Yannick Jadot, ha denunciato il “lassismo sul trasporto marittimo”.